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INCINTA A 12 ANNI: “STANOTTE VOLEVO PIANGERE, NON CE LA FACCIO PIU’: HO PAURA DI QUELLI”

“I genitori dei due giovani devono rispondere per “ violazione della posizione di garanzia che comporta per il genitore l'obbligo di tutelare la vita, l'incolumità e la moralità sessuale dei minori contro altrui aggressione...”

È stata fissata per il primo luglio l’udienza preliminare che deciderà le sorti delle famiglie di due ragazzi minorenni, 12 e 17 anni, accusate di violenza sessuale ai danni di minore (609 bis e quater del codice penale), per aver consentito che i figli avessero : «plurimi rapporti sessuali dai quali derivava uno stato di gravidanza, poi interrotto».

Dalle prime ricostruzioni  della vicenda , come riporta il "Messaggero", i ragazzi di nazionalità ROM avrebbero iniziato una convivenza forzata ad appena 12 e 17 anni, per poi sposarsi, a seguito la giovane rimase incinta per poi abortire spontaneamente, successivamente rimase nuovamente incinta e nacque una bambina. I Carabinieri sono riusciti ad intercettare un dialogo tra la 12 enne, sua madre e sua sorella nel quale la giovane confessava : “Stanotte volevo piangere, non ce la faccio più: ho paura di quelli”. Tutti e quattro gli imputati a seguito delle accuse avrebbero dichiarato di aver semplicemente seguito le loro “tradizioni ”, naturalmente tesi incompatibile con la legge italiana, in particolare i genitori dei due giovani devono rispondere per “ violazione della posizione di garanzia che comporta per il genitore l'obbligo di tutelare la vita, l'incolumità e la moralità sessuale dei minori contro altrui aggressione”.



I Carabinieri sono venuti a conoscenza della prematura convivenza poiché stavano già indagando sulla famiglia del 17enne per spaccio di droga, e scoprirono anche che quando la giovane avrebbe avuto il primo aborto sarebbe stata ricoverata all’ospedale di Castellammare di Stabia. In quella circostanza sembrerebbe che i sanitari non abbiano segnalato l’anomalo caso. La ragazza oggi vive in una località protetta con sua figlia ed è costantemente seguita da un educatore e dai servizi sociali del Comune di Latina, ha anche ripreso a studiare ultimando le scuole medie, per la figlia è stato nominato un tutore legale e il Comune di Latina sarà parte civile nell’udienza del primo luglio.



di La Redazione







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