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Galiano: “Certe affinità non hanno spiegazione. Puoi passare mesi o anni accanto a una persona senza toccarne mai il fondo, eppure basta un attimo per sentirti legato per sempre a qualcuno"

“Abbiamo spesso l’illusione di conoscere davvero una persona solo perché sappiamo tante cose di lei. Conosciamo le sue abitudini, le sue passioni, qualcosa sul suo passato. Eppure quella non è…”

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Sono davvero tante le persone che incontriamo lungo il nostro cammino, così come le relazioni che riusciamo ad instaurare con quest’ultime. Eppure sono pochissime le persone speciali capaci di scandagliare il nostro animo, di guardarci dentro fino in fondo senza mai soffermarsi in superficie: si tratta di persone che non si limitano ad osservarci ma che ci appartengono, nelle quali ci si rispecchia e soprattutto ci si riconosce.

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A tal fine lo scrittore ed insegnante italiano Enrico Galiano, analizzando e commentando molto dettagliatamente una splendida poesia di Pedro Salinas, coglie l’occasione per esprimere il suo pensiero in tal modo:

“Oggi vorrei farvi conoscere una poesia che amo molto.

Di cosa parla?

Di una differenza fondamentale: fra chi ti vede davvero, e chi soltanto ti guarda.

Quante volte guardiamo senza vedere? E quante volte ci succede con le persone?

Amici, amanti, colleghi.

Abbiamo spesso l’illusione di conoscere davvero una persona solo perché sappiamo tante cose di lei.

Conosciamo le sue abitudini, le sue passioni, qualcosa sul suo passato.

Eppure quella non è ancora conoscenza: è solo biografia.

Pedro Salinas, in questa poesia, dice una cosa diversa.

Scrive: ‘Ti ho conosciuto nella tempesta. Ti ho conosciuto, improvvisa, in quello squarcio brutale di tenebra e luce.’

Cioè: non nei giorni tranquilli, non nei racconti ordinati, ma nel mezzo del caos, quando cade ogni maschera e resti nudo di equivoci.

Stupenda quell’immagine: ‘nuda ormai dell’equivoco’.

È lì che l’altro si rivela per davvero.

Ed è una rivelazione che non ha bisogno di tempo. Lo dice subito, che vedersi in realtà è un mapo improvviso. Succede subito. All’istante senti che quella persona ti vede. Che la stai vedendo.

Puoi passare mesi o anni accanto a una persona senza toccarne mai il fondo, eppure basta un attimo per sentirti legato per sempre a qualcuno, al punto da sentirlo ‘anticamente tuo’. Come se foste uniti da sempre.

‘Sei così anticamente mia’. Vorrei un giorno scrivere anch’io un verso così potente e così dolce allo stesso tempo.

Perché certe affinità non hanno data di nascita. E nemmeno spiegazione.

‘Ti ho vista. Mi hai visto.’

Succedono, e basta. ‘In quello squarcio brutale di tenebra e luce’.

Se non vi vengono gli occhi lucidi leggendola siete delle brutte persone”.

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Dunque alle volte ci illudiamo di conoscere bene qualcuno solo perché trascorriamo molto tempo assieme a quella persona ed abbiamo ben chiare le sue passioni, aspirazioni, le sue abitudini, ma in realtà spesso alcune affinità non hanno spiegazione, non hanno tempi ben definiti, e basta un attimo, dopo essersi guardati, per riconoscersi e sentirsi legati a qualcuno come se lo si conoscesse da sempre: ci si mette a nudo senza riserve ed improvvisamente cade ogni maschera.


Ci sono legami indissolubili che fanno la differenza: alcune persone, infatti, sono in grado di leggerci dentro, di capire bene il nostro stato d’animo senza troppe parole, permettendoci di esprimerci al meglio, accarezzando la nostra anima ed innamorandosi della nostra personalità, perché quell’alchimia, che esiste davvero, prescinde da qualsiasi spiegazione o motivazione.

 

Ecco, qui di seguito, il testo integrale della poesia di Pedro Salinas:

“Non ho bisogno di tempo

per sapere come sei:

conoscersi è luce improvvisa.

Chi ti potrà conoscere

là dove taci, o nelle

parole con cui tu taci?

Chi ti cerchi nella vita

che stai vivendo, non sa

di te che allusioni,

pretesti in cui ti nascondi.

E seguirti all’indietro

in ciò che hai fatto, prima,

sommare azione a sorriso,

anni a nomi, sarà

come perderti. Io no.

Ti ho conosciuto nella tempesta.

Ti ho conosciuto, improvvisa,

in quello squarcio brutale

di tenebra e luce,

dove si rivela il fondo

che sfugge al giorno e alla notte.

Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,

nuda ormai dell’equivoco,

della storia, del passato,

tu, amazzone sulla folgore,

palpitante di recente

ed inatteso arrivo,

sei così anticamente mia,

da tanto tempo ti conosco,

che nel tuo amore chiudo gli occhi,

e procedo senza errare,

alla cieca, senza chiedere nulla

a quella luce lenta e sicura

con cui si riconoscono lettere

e forme e si fanno conti

e si crede di vedere

chi tu sia, o mia invisibile”.

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di VALENTINA TROPEA

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