Farnetani lancia l’allarme: il nuoto a scuola può fare la differenza. Bisogna “introdurre il nuoto come disciplina curricolare. Saper nuotare bene può rappresentare una vera assicurazione sulla vita"
- La Redazione

- 30 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 ago
Più nello specifico solo un bambino su tre sa nuotare in sicurezza per affrontare eventuali emergenze...

La situazione appare davvero critica ed allarmante: ogni anno in Italia si contano circa 330 decessi per annegamento, il 12% ha meno di 18 anni.
Per tale motivo il Ministero della Salute ha deciso di comunicare alcune regole salvavita da seguire durante questa estate:
1) Immergersi in acque sorvegliate.
Prediligi sempre spiagge, laghi o piscine sorvegliate, dove è presente personale qualificato pronto a intervenire in caso di emergenza;
2) Evitare acque pericolose.
Non entrare in acqua in caso di mare mosso o in presenza di correnti di ritorno. Controlla sempre le condizioni del mare prima di tuffarti;
3) Seguire la segnaletica.
Rispetta la segnaletica e segui le indicazioni dei bagnini. Questo ti aiuterà a identificare le zone pericolose e a comportarti in modo sicuro;
4) Educare i bambini.
Insegna ai bambini a nuotare fin da piccoli e a comportarsi in acqua in modo sicuro. Questo riduce significativamente il rischio di incidenti;
5) Attenzione dopo i pasti.
Evita di tuffarti subito dopo aver mangiato o dopo una lunga esposizione al sole. Aspetta un po' prima di entrare in acqua;
6) Evitare tuffi pericolosi.
Non tuffarti da scogliere o in zone non protette. Assicurati che l'acqua sia abbastanza profonda per evitare incidenti;
7) Sorvegliare sempre i bambini.
Tieni costantemente sotto controllo i bambini quando sono in acqua o nelle vicinanze di qualsiasi specchio d'acqua, in particolare nelle piscine domestiche o private.
Più nello specifico solo un bambino su tre sa nuotare in sicurezza per affrontare eventuali emergenze.
La scuola è il luogo ideale per imparare a nuotare", secondo il pediatra Italo Farnetani ed ecco allora la sua proposta: "convenzioni con le piscine del territorio per portare gli studenti a lezioni di nuoto". Anche perché, sottolinea il pediatra, "a rischiare di più sono le persone economicamente e socialmente più svantaggiate. E l'amministrazione pubblica dovrebbe farsi carico di questa forma di prevenzione".
È necessario, dunque, che i bambini sappiano nuotare bene e non che sappiano semplicemente galleggiare o cavarsela un po’.
“Secondo le ricerche che ho fatto in questi anni solo un bambino o un adolescente su tre, il 30% sa nuotare in sicurezza tanto da affrontare eventuali difficoltà. Il restante 70% non è sicuro in acqua: un altro 30% sa solo galleggiare, ancora un 30% sa spostarsi in avanti, mentre il 10% sa stare a galla ma solo in piscina. Sono dati allarmanti perché ci indicano diversi milioni di bambini adolescenti che sono a rischio annegamento", queste le significative parole del pediatra.
“Saper nuotare bene può rappresentare una vera assicurazione sulla vita. Introdurre il nuoto come disciplina curricolare può colmare le disparità sociali e aumentare la sicurezza in acqua già dalla tenera età”, in tal modo culmina la sua profonda riflessione Italo Farnetani.
di VALENTINA TROPEA
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