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Farnetani lancia l’allarme: il nuoto a scuola può fare la differenza. Bisogna “introdurre il nuoto come disciplina curricolare. Saper nuotare bene può rappresentare una vera assicurazione sulla vita"

Aggiornamento: 3 ago

Più nello specifico solo un bambino su tre sa nuotare in sicurezza per affrontare eventuali emergenze...

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La situazione appare davvero critica ed allarmante: ogni anno in Italia si contano circa 330 decessi per annegamento, il 12% ha meno di 18 anni.

Per tale motivo il Ministero della Salute ha deciso di comunicare alcune regole salvavita da seguire durante questa estate:

1) Immergersi in acque sorvegliate

Prediligi sempre spiagge, laghi o piscine sorvegliate, dove è presente personale qualificato pronto a  intervenire in caso di emergenza;

2) Evitare acque pericolose

Non entrare in acqua in caso di mare  mosso o in presenza di correnti di ritorno. Controlla sempre le  condizioni del mare prima di tuffarti;

3) Seguire la segnaletica

Rispetta la segnaletica e segui le  indicazioni dei bagnini. Questo ti aiuterà a identificare le zone  pericolose e a comportarti in modo sicuro;

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4) Educare i bambini

Insegna ai bambini a nuotare fin da piccoli e a  comportarsi in acqua in modo sicuro. Questo riduce significativamente  il rischio di incidenti;

5) Attenzione dopo i pasti

Evita di tuffarti subito dopo aver  mangiato o dopo una lunga esposizione al sole. Aspetta un po' prima di entrare in acqua;

6) Evitare tuffi pericolosi

Non tuffarti da scogliere o in zone non  protette. Assicurati che l'acqua sia abbastanza profonda per evitare incidenti;

7) Sorvegliare sempre i bambini

Tieni costantemente sotto controllo i bambini quando sono in acqua o nelle vicinanze di qualsiasi specchio  d'acqua, in particolare nelle piscine domestiche o private.


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Più nello specifico solo un bambino su tre sa nuotare in sicurezza per affrontare eventuali emergenze.

La scuola è il luogo ideale per imparare a nuotare", secondo il pediatra Italo Farnetani ed ecco allora la sua proposta: "convenzioni con le piscine del territorio per portare gli studenti a lezioni di nuoto". Anche perché, sottolinea il pediatra, "a rischiare di più sono le persone economicamente e socialmente più svantaggiate.  E l'amministrazione pubblica dovrebbe farsi carico di questa forma di prevenzione". 


È necessario, dunque, che i bambini sappiano nuotare bene e non che sappiano semplicemente galleggiare o cavarsela un po’.


“Secondo le ricerche che ho fatto in questi anni solo un bambino o un adolescente su tre, il 30% sa nuotare in sicurezza tanto da affrontare eventuali difficoltà. Il restante 70% non è sicuro in acqua: un altro 30% sa solo galleggiare, ancora un 30% sa spostarsi in avanti, mentre il 10% sa stare a galla ma solo in piscina. Sono dati allarmanti perché ci indicano diversi milioni di bambini adolescenti che sono a rischio annegamento", queste le significative parole del pediatra.


Saper nuotare bene può rappresentare una vera assicurazione sulla vita. Introdurre il nuoto come disciplina curricolare può colmare le disparità sociali e aumentare la sicurezza in acqua già dalla tenera età”, in tal modo culmina la sua profonda riflessione Italo Farnetani.


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di VALENTINA TROPEA



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