Docenti: Petizione per il Doppio canale e la Mobilità Intercompartimentale
- La Redazione

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"È da questa consapevolezza che nasce la proposta di Reset Italia, del Comitato Precari Uniti per la Scuola e di Docenti Uniti Italia: una riforma strutturale e partecipata del reclutamento... "

C’è una scuola che ogni mattina apre le porte grazie all’impegno di migliaia di docenti precari. Insegnano con passione, garantiscono la continuità delle lezioni, accompagnano gli studenti nel loro percorso di crescita. Eppure, nonostante anni di servizio, restano ai margini di un sistema che sembra dimenticarli.
Il reclutamento degli insegnanti in Italia è da tempo un labirinto di procedure lente, disomogenee e spesso in contrasto con le direttive europee. Un sistema che alimenta la precarietà invece di superarla, lasciando molti professionisti intrappolati in contratti a termine, senza tutele né prospettive di stabilità. A questa situazione si aggiunge l’assurda rigidità dei vincoli alla mobilità intercompartimentale, che impediscono ai docenti di ruolo di trasferire le proprie competenze in altri settori della Pubblica Amministrazione, anche dove mancano figure professionali. Un paradosso che impoverisce l’intero sistema pubblico, che blocca la valorizzazione delle competenze, e che contribuisce al rischio di burnout dei docenti.
È da questa consapevolezza che nasce la proposta di Reset Italia, del Comitato Precari Uniti per la Scuola e di Docenti Uniti Italia: una riforma strutturale e partecipata del reclutamento e della mobilità intercompartimentale dei docenti, che punta a restituire dignità al sistema educativo, superare il precariato cronico e rilanciare la scuola pubblica come luogo di equità, qualità, stabilità e giustizia.
A seguire le criticità attuali e le proposte di Riforma del Reclutamento e della Mobilità Intercompartimentale dei Docenti:
1. Criticità attuali
Procedure di reclutamento lente, inique e disomogenee.
Percorsi abilitanti costosi e selettivi.
Precari storici bloccati da anni in contratti a termine, in violazione della direttiva UE 1999/70/CE.
Mancanza di una politica organica per la stabilizzazione.
Impossibilità di accesso alla mobilità intercompartimentale per i docenti di ruolo.
2. Proposte principali
a. Doppio canale di reclutamento
50% posti da GPS (I e II fascia) per docenti con almeno 36 mesi di servizio.
50% da concorso, con graduatorie a scorrimento.
Sospensione dei nuovi concorsi dove le graduatorie non sono esaurite.
→ Obiettivo: bilanciare esperienza e merito, garantendo continuità didattica e rispetto delle norme UE.
b. Alternativa: Graduatoria Nazionale Unica di Immissione in Ruolo (GNIR)
Un’unica graduatoria basata su punteggi trasparenti: servizio, continuità, concorsi, titoli e abilitazioni.
Tutte le attuali graduatorie (GPS, concorsi, elenchi) confluiscono nella GNIR.
Gestione provinciale coordinata a livello nazionale.
→ Sistema unico, stabile e meritocratico.
c. Abilitazione e formazione
Stop ai corsi universitari onerosi.
Percorsi abilitanti gratuiti organizzati nelle scuole pubbliche, svolti durante l’orario di servizio per garantire l’effettiva accessibilità alla formazione o, alternativamente, riconoscimento del valore abilitante del titolo di accesso all’insegnamento (laurea) senza la necessità di ulteriori percorsi.
Formazione professionale continua prevista e riconosciuta come parte integrante dell’orario di lavoro, non come un carico di lavoto aggiuntivo e a spese dei docenti.
Possibilità di conseguire l’eventuale abilitazione durante l’anno di prova, nella stessa istituzione scolastica o in una scuola vicina, sotto la guida di un tutor di ruolo retribuito.
Percorsi semplificati per i precari storici, sul modello dei PAS, finalizzati alla stabilizzazione.
Qualora le attività di abilitazione e formazione avvengano in orario extra, devono essere retribuite come ore aggiuntive.
d. Mobilità
Apertura alla mobilità intercompartimentale, verso altri comparti della PA, per i docenti di ruolo.
Eliminazione dei vincoli di permanenza triennali/quinquennali.
Esoneri nei casi previsti da legge o motivi familiari gravi.
e. Diritti e valorizzazione
Estensione della Carta del Docente ai precari.
Adeguamento stipendi agli standard europei.
Formazione gratuita e retribuita se fuori orario.
Stop ai “progettifici” e al mercato dei titoli.
Benefit strutturali per docenti fuori sede (affitto, trasporti, pasti).
f. Qualità e responsabilità
Monitoraggio dell’attività didattica tramite evidenze oggettive.
Sanzioni per negligenza professionale.
→ Premiare chi lavora con impegno, intervenire sui casi di inadempienza.
g. Ruolo dei dirigenti scolastici
Riavvicinamento alla dimensione educativa: almeno alcune ore di insegnamento per i DS.
→ Dirigenza più consapevole e radicata nella realtà didattica.
h. Organico e classi
Riduzione strutturale del numero di alunni per classe (15–20).
Presenza stabile di docenti di sostegno in ogni classe.
→ Maggiore inclusione e qualità dell’insegnamento.
i. Didattica e dignità scolastica
Critica alla logica aziendale applicata alla scuola.
Abrogazione del PCTO come vincolo per l’Esame di Stato.
Contrarietà alla riforma “4+2” dell’istruzione tecnica.
→ Scuola come luogo di formazione e uguaglianza, non di mercato.
3. Benefici attesi
Superamento del precariato strutturale e stabilizzazione dei docenti con esperienza pluriennale.
Maggiore continuità didattica per gli studenti, grazie a un corpo docente stabile e motivato.
Sistema di reclutamento più equo e trasparente, basato su criteri oggettivi e uniformi a livello nazionale.
Valorizzazione reale del merito, fondato su esperienza, servizio e competenza professionale, non solo su prove concorsuali.
Riduzione del contenzioso giuridico e conformità alle direttive europee in materia di lavoro a termine.
Formazione gratuita, accessibile e integrata nell’orario di lavoro, che favorisce l’aggiornamento continuo e la qualità dell’insegnamento.
Miglioramento del benessere professionale dei docenti grazie alla mobilità intercompartimentale e ai benefit per chi lavora lontano da casa.
Rafforzamento della dimensione educativa della scuola pubblica, liberata da logiche aziendalistiche e orientata alla crescita culturale e civile degli studenti.
Migliore inclusione scolastica, grazie alla riduzione del numero di alunni per classe e alla presenza stabile di docenti di sostegno.
Riconoscimento e valorizzazione del ruolo sociale dei docenti, con stipendi e condizioni di lavoro più dignitosi e in linea con gli standard europei.
4. Appello finale
Reset Italia, il Comitato Precari Uniti per la Scuola e Docenti Uniti Italia chiedono:
Ritiro del DM 32/2025, che perpetua la precarietà.
Una riforma strutturale, partecipata e condivisa, capace di restituire dignità e futuro alla scuola pubblica italiana.
di LA REDAZIONE
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