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Docenti e Ata, la protesta di Anief per i diritti non si ferma con lo sciopero di ieri. Pacifico: abbiamo presentato al Ministero tutte le richieste per idonei ai concorsi, precari e stipendi

Aggiornamento: 17 nov

Pacifico ( Anief ): "è ora di procedere con l’assunzione in ruolo degli idonei di tutti i concorsi, incluso il Pnrr 2023, e la stabilizzazione di tutto il personale precario che ha svolto..."

anief

“Bisogna stanziare risorse nella legge di bilancio per garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, sia dal punto di vista economico che giuridico: i fondi andrebbero a introdurre per legge le progressioni di carriera dei supplenti, i loro scatti di anzianità, le ferie, i permessi, le assenze pagate e i salari accessori anche per i supplenti brevi e saltuari. Oltre che la Carta docente per tutti i supplenti, anche al 30 giugno, e per il personale Ata.


È ora, inoltre, di procedere con l’assunzione in ruolo degli idonei di tutti i concorsi, incluso il Pnrr 2023, e la stabilizzazione di tutto il personale precario che ha svolto oltre 36 mesi di servizio, come avviene nel settore privato. C’è una forte esigenza di rispondere a queste istanze, non ci fermeremo qui nel chiedere di adottarle: la battaglia per i diritti di docenti e Ata continua, a partire da quella dei precari che non sono figli di un dio minore e di tutto il personale che non può continuare a ricevere stipendi sotto l’inflazione”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento della riuscita manifestazione organizzata ieri a Roma dal sindacato Anief assieme allo sciopero nazionale della scuola.


Le richieste del giovane sindacato, peraltro ampiamente compatibili con le esigenze di bilancio pubblico, a partire dalla stabilizzazione degli idonei da inserire tutti nelle graduatorie e dalle immissioni in ruolo anche da Gps, assieme all’estensione dei diritti dei precari, sono state comunicate ai settori di competenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito da una delegazione dell’organizzazione Anief, guidata dal presidente Marcello Pacifico. Nel frattempo, il sindacato ha suggerito oltre 20 emendamenti al disegno di legge di bilancio che dalla settimana prossima verranno valutati dalla quinta Commissione della Camera.



“Abbiamo ribadito – ha detto il leader del sindacato autonomo - l’esigenza di introdurre il doppio canale di reclutamento per prevenire l’abuso dei contratti a termine e un’indennità di servizio per chi ha maturato 36 mesi di servizio, evitando così il ricorso ai tribunali. Perché stabilizzare un precario allo Stato costa meno che affrontare un contenzioso in tribunale. Le abbiamo poste dall’Anief alla parte pubblica sono state diverse. Ad esempio, perché selezionare del personale per poi lasciarlo fuori dalle graduatorie di merito? Perché sul fronte dei diritti ai precari in Italia continuiamo a disapplicare il principio di discriminazione? Perché non prendiamo atto che abbiamo il personale scolastico più vecchio al mondo e c’è esigenza di introdurre delle finestre di anticipo pensionistico e il riscatto gratuito della laurea considerando anche l’alto tasso di burnout dai 60 anni in poi tra chi lavora a scuola?”.

Le richieste presentate dall’Anief arrivano a poche ore dall'annuncio da parte della Corte costituzionale dell'accoglimento parziale dei ricorsi di alcune regione della legge sull'autonomia differenziata (Legge 86/2024), nel cui giudizio si è costituita proprio l'Anief con una memoria (amicus curie) per tutelare i servizi essenziali statali sull'istruzione e il diritto allo studio di tutti gli studenti, anche con disabilità. Sono più di 500 precari con più di 36 mesi di servizio e migliaia gli idonei degli ultimi concorsi esclusi dai ruoli. Le norme sulla ricostruzione di carriera, ancora al 2023, non riconoscevano per intero il servizio pre-ruolo nelle ricostruzioni di carriera, penalizzate per i contratti al termine delle attività didattiche. Il giovane sindacato ricorda che sono già 22 i milioni di euro che sono stati restituiti a più di 9 mila i ricorrenti già precari risarciti per l'abuso dei contratti a termine negli ultimi 21 mesi.

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di LA REDAZIONE


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