Docenti e ATA, Fondo Espero per integrare la pensione? In 50000 dovranno decidere se aderire o rifiutare: per Anief una libera scelta non si può imporre con la formula del silenzio assenso
- La Redazione

- 4 set
- Tempo di lettura: 5 min
"Ma ad essere interessati al Fondo sono anche tutti i dipendenti di ruolo con decorrenza economica successiva al 1° gennaio 2019, quindi l’adesione o il ... "

Oggi ha preso ufficialmente il via l’anno scolastico 2025-26: oltre 50.000 docenti e Ata hanno iniziato il loro anno di prova e sono alle prese con diverse procedure da assolvere.
Tra queste, dovranno decidere se aderire o meno al fondo integrativo Espero, utile a realizzare una pensione complementare: “con la nota n. 4019 del 18 giugno 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’attivazione, all’interno del sistema informativo SIDI, delle nuove funzioni dedicate alla gestione del processo di adesione al Fondo pensione Espero mediante il meccanismo del silenzio-assenso, istituito in attuazione dell’Accordo del 16 novembre 2023”.
Ma ad essere interessati al Fondo sono anche tutti i dipendenti di ruolo con decorrenza economica successiva al 1° gennaio 2019, quindi l’adesione o il rifiuto (da esplicitare entro 9 mesi dalla ricezione della comunicazione) riguarda centinaia di migliaia di insegnanti e dipendenti appartenenti al personale Ata.
Secondo il sindacato Anief non è interesse del lavoratore l’adesione al Fondo, perché non nasce da una scelta libera. A tal proposito, l’organizzazione sindacali invita il personale scolastico sia precario che di ruolo a controllare la email provenienti dalla scuola: non hanno alcun valore, infatti, le scelte già operate in passato.
È bene che sappiano, tutti gli immessi in ruolo dal 2019, che se sono contrari ad Espero possono disdire l’iscrizione al Fondo Espero attraverso Istanze on line. A questo proposito, il giovane sindacato ha più volte ribadito che l’adesione alla previdenza complementare Fondo Espero non può essere attuata con la formula del silenzio-assenso, frutto dall’accordo del 16 novembre 2023 tra l’Aran e gli altri sindacati istitutori del fondo stesso: “Gli assegni di pensione – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono destinati a diventare sempre più bassi e in linea generale è positivo preoccuparsi per tempo, ma deve rientrare in una scelta consapevole. Espero è un fondo di comparto, come in altri settori ti dà un minimo di rendimento, allora noi abbiamo detto: attenzione, chi vuole aderire si informi, ma l'iscrizione col silenzio assenso non ci piace”.
Anief ha già in passato denunciato come sia irragionevole e discriminatorio nonché illegittimo, quanto disposto dalla Circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito, perché si applica soltanto ad alcuni lavoratori che già da diversi anni hanno detto di non voler aderire al fondo, perché attiva una trattenuta sui cedolini non autorizzata dal lavoratore e della stessa liquidazione, perché interviene senza una debita informazione sulla politica pensionistica dell'amministrazione. La scelta, spiega sempre il sindacato Anief, nasce dal fallimento di adesione da parte dei lavoratori negli ultimi 20 anni al fondo stesso (poco sopra il 15%): è come se chi siede nel consiglio di amministrazione del fondo stesso avesse deciso di applicare al personale assunto a partire dal 2019 un trattamento sanitario obbligatorio in quanto incapace di intendere il benessere di una pensione integrativa.
È bene anche ricordare che il sindacato Anief non è contrario alle forme di pensione integrativa, che possono essere anche bancarie e assicurative, ma ritiene che ogni scelta debba essere ponderata dal lavoratore in base alle sue esigenze e dietro specifica e dettagliata informazione: per tale ragione, la giovane organizzazione sindacale autonoma invita tutto il personale individuato a monitorare la comunicazione di adesione che perverrà da parte della scuola e ad esprimere prontamente il proprio eventuale diniego per evitare che si applichi la discutibile formula del silenzio-assenso.
COSA È STATO DECISO DAGLI ALTRI SINDACATI
Il sindacato ricorda anche che l’adesione al Fondo Espero, così come prevista dell’accordo di un anno e mezzo fa che Anief respinge, prevede che il lavoratore versi mensilmente una quota pari almeno all’1% della propria retribuzione e l’intero TFR (per gli assunti in ruolo dopo l’anno 2000 e per il personale a tempo determinato); dal canto suo, il datore di lavoro – lo Stato – versa una quota aggiuntiva pari all’1% della propria retribuzione. Le quote versate vengono investite dal Fondo, al fine di costituire un trattamento previdenziale complementare che andrà a sommarsi, al momento del pensionamento, a quello obbligatorio del personale della scuola.
L’accordo è immediatamente operativo per il personale a tempo indeterminato, ma nel testo è presente una dichiarazione congiunta per l’estensione del meccanismo di adesione al Fondo tramite silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato (da notare un probabile refuso nel testo che indica nel 1° settembre 2023 il termine entro cui valutare la possibilità di estensione, ma poiché tale termine è già trascorso si ritiene che il termine effettivo possa essere il 1° settembre 2024).
Con l’introduzione dell’iscrizione al Fondo attraverso il silenzio-assenso, l’amministrazione dovrà solo fornire al momento dell’assunzione un’informativa al lavoratore sulle modalità di adesione, con espresso riferimento all’iscrizione tramite silenzio-assenso, e sulla previdenza complementare (anche con un semplice rinvio al sito del Fondo Espero). Il lavoratore da quel momento avrà nove mesi per comunicare ad Espero se intende o meno aderire, ma se non comunicherà nulla allora scatterà l’adesione automatica per silenzio-assenso, fatta salva la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di adesione che riceverà da Espero: Anief fornisce a chiunque lo richieda il modulo per recedere da Espero, a cui è stato iscritto in modalità automatica.
LE PREVISIONI SULLA PENSIONE
Il sindacato Anief ricorda, infine, che è sempre possibile attuare delle previsioni sul proprio stato contributivo, anche attraverso il Simulatore scenari pensionistici messo a disposizione dall’Inps, così da rendersi conto che il vitalizio che garantisce il modello di previdenza integrativa produce un ritorno modesto. Per tale motivo, il sindacato ritiene inaccettabile la forzatura su Espero e invita tutto il personale scolastico a valutare con attenzione l’adesione esprimendo entro il termine previsto espresso assenso o diniego all’adesione, per evitare un’attivazione automatica non desiderata del Fondo. Al fine di ricevere le informazioni necessarie per una scelta consapevole, Anief mette a disposizione dei lavoratori della scuola le sue sedi territoriali.
di LA REDAZIONE
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