Crepet: è importante tornare a bocciare quando è necessario, la strada per riscoprire il merito
- La Redazione
- 22 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 27 giu
“UN TRIO CHE NON FUNZIONA PIÙ: Il legame tra scuola-famiglia-studenti è profondamente cambiato nel tempo. La scuola e la famiglia hanno perso la loro autorevolezza..."

Gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, tra qualche giorno, saranno coinvolti negli esami orali di maturità, per poi visionare il tanto atteso voto finale. Ogni anno molte sono le polemiche che riguardano il mondo della scuola e il sistema scolastico in merito a questo argomento, e fanno riferimento in particolar modo alla bocciatura o alla promozione degli studenti.
QUANDO È GIUSTO PROMUOVERE UNO STUDENTE ?
Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, riapre un critico dibattito, ponendo l’attenzione sulla perdita da parte della scuola della sua funzione educativa e formativa. Come afferma Crepet, la nostra scuola è diventata il regno della mediocrità, tutti vengono promossi, in questo modo si educa al “tutto dovuto”, mentre una bocciatura, se necessaria, insegnerebbe molto di più di una promozione senza merito.
UN TRIO CHE NON FUNZIONA PIÙ
Il legame tra scuola-famiglia-studenti è profondamente cambiato nel tempo. La scuola e la famiglia hanno perso la loro autorevolezza, non affermandosi più come pilastri solidi. Le due istituzioni sociali fondamentali per la crescita dei giovani, famiglia e scuola, hanno creato un rapporto, rispettivamente con figli e studenti, alla pari. Per paura delle reazioni, dei turbamenti emozionali di quest’ultimi, li hanno resi fragili, insicuri. Eliminando dalla loro vita le delusioni, le “punizioni” (come ad esempio una bocciatura), hanno creato giovani incapaci di badare a loro stessi, e quando questi si ritroveranno, da adulti, a dover affrontare le difficoltà quotidiane, crolleranno, proprio com'è crollato il dovere di scuola e famiglia di trasmettere valori e regole condivise.
LA PROPOSTA DELL’ESPERTO
Crepet, è profondamente convinto che per intervenire in questo drammatico scenario è necessario il ritorno al rigore, alla severità, all’inflessibilità, che nel caso della figura istituzionale della scuola si traduce con “Bisogna tornare a bocciare”, poche determinate e senza alcuna indulgenza le parole dell’esperto. La bocciatura deve essere per gli studenti un momento di riflessione tutto loro, passata la delusione, la tristezza sarà solo un’opportunità di crescita e la possibilità di affermare le loro potenzialità. La meritocrazia così ha ragion d’esistere, ed è l’unico strumento capace di risollevare questo fallimento educativo.
In questo modo scuola e famiglia non riconquisteranno solo autorevolezza, ma più di tutto la fiducia, che questi giovani, vagando senza alcuna figura rigida di riferimento, hanno perso provocando in loro disagio, disorientamento e confusione, “Solo così possiamo formare cittadini consapevoli”, conclude Crepet.
di NATALIA SESSA
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