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CREPET: LA "RECIPROCITÀ" È LA BASE DI OGNI RAPPORTO UMANO. OGNI COSA BELLA DELLA VITA RICHIEDE TEMPO, SACRIFICIO E CURA

Allora io chiedo però se non esista per caso una legge fondamentale della vita che si chiama reciprocità. Voi siete arrivati puntuali qui? Sì. Io sono arrivato puntuale qui...

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Cosa c’è alla base dei rapporti umani? Qual è la caratteristica imprescindibile che questi devono avere? Secondo il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, non esiste nulla che li crei al di fuori della reciprocità. Secondo l’esperto questa è l’unico elemento che ti permette di capire pienamente cosa vuol dire rispettare l’altro.

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Ma come mai il sociologo affronta questo argomento? È fondamentale che un genitore educhi il proprio figlio “alla reciprocità”, perché vale a dire, secondo Crepet, assumersi la responsabilità di far funzionare bene un rapporto. Queste le parole di Paolo Crepet : “Allora io chiedo però se non esista per caso una legge fondamentale della vita che si chiama reciprocità. Voi siete arrivati puntuali qui? Sì. Io sono arrivato puntuale qui? Come un bombardiere americano. Perché? Perché c’è un contratto reciproco di rispetto. Io per voi e voi per me”. Riportando un comune esempio l’esperto coglie in pieno il significato di questa parola. In sua assenza stima, fiducia e lealtà hanno una breve scadenza, inoltre, perdono di valore, di intensità e come una pianta che non viene annaffiata, muore.

Come ogni insegnamento che si rispetti, è il modello che si osserva che rimane impresso nella memoria a lungo termine, in particolar modo in quella di un giovane che ha grandi possibilità di assorbire. Continua Crepet: “Io faccio una cosa per un ragazzo se quel ragazzo fa qualcosa per sé e se quel ragazzo o quella ragazza cessa di far qualcosa per sé allora io non faccio un accidenti per lui o per lei. È molto semplice”.

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Per un adolescente che sta per affacciarsi davvero dalla finestra della vita, che intraprenderà a breve ed in maniera autonoma rapporti: lavorativi, amorosi, d’amicizia, è importante capire questo concetto, perché, continua l’esperto: “Altrimenti è come insegnare che nella vita tutto si può pretendere e nulla si deve dare”. Spesso Crepet ha discusso di come nel cambio generazionale i genitori siano diventati eccessivamente protettivi e a volte addirittura si sostituiscono alle spalle dei figli per portare i loro “pesi”, ma non è questa la giusta direzione.

È importante che un ragazzo/a nel fiore dei suoi anni, nell’età in cui può sfruttare al meglio le proprie capacità e le proprie potenzialità soprattutto quelle relazionali lo faccia, perché è l’unico modo per sperimentare il peso della vita, per sperimentare e capire che qualsiasi cosa bella della vita richiede tempo, sacrificio e cura, altrimenti cessa d’esistere. Conclude con una critica dura Crepet ed una domanda rivolta a tutti i genitori: “A voi è stato insegnato così?  Alzi la mano qualcuno che ha avuto dei genitori così privi di buonsenso”. 

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di NATALIA SESSA

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