Crepet: la maestra ha ragione, dovete far crescere i vostri figli. Come? Iniziate lasciandoli cadere per poi rialzarsi con le proprie gambe
- La Redazione
- 11 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 12 giu
Il sociologo Paolo Crepet: “Lasciamo spazio ai ragazzi, la scuola deve essere il loro luogo di crescita e autonomia.”

Il caso della docente che ha scritto sul quaderno di un suo studente la frase “puoi stare a casa” ha scatenato un acceso dibattito pubblico. A prendere posizione è stato anche Paolo Crepet, noto sociologo e psichiatra, che in un’intervista al Corriere della Sera ha confessato: “Sono terrorizzato dai genitori invadenti”. Secondo Crepet, l’ingerenza costante dei genitori nella vita scolastica dei figli rischia di danneggiare la loro crescita e formazione. “La scuola - ha spiegato - è uno spazio in cui anche un bambino di quinta elementare deve poter imparare a esprimersi liberamente. I genitori, salvo casi particolari, dovrebbero lasciare ai ragazzi la libertà di crescere e affrontare le sfide con le proprie forze.”
Come afferma Crepet, se un genitore vuole davvero il bene del proprio figlio, deve lasciarlo rafforzarsi all’interno del contesto scolastico. Il bambino deve imparare a contare sulle proprie forze. L’intervento del genitore dovrebbe avvenire solo in casi estremi. E precisa: “Se c’è sempre il ‘sindacalista’ che combatte per loro, non svilupperanno mai la capacità di farlo da soli”.
Il messaggio è chiaro: a scuola si studia. Se un’insegnante ritiene opportuno far svolgere qualche compito in più agli studenti, sta semplicemente facendo il proprio lavoro.“Se un insegnante dà una nota o chiede a uno studente di fare più compiti, non sta facendo nulla di eccessivo. A volte, da più grandi, si deve pure studiare d’estate perché si viene rimandati.
E non mi pare sia mai morto nessuno. Mi dicano i pediatri o i genitori cosa dovrebbe fare una scuola. Deve star zitta? Se chi viene punito è subito difeso, le punizioni perdono di importanza”.Ritorna il tema dell’iperprotettività. Secondo Crepet, molti genitori eccedono nel difendere i propri figli. Di conseguenza, quando questi si ritrovano in classe, le punizioni non vengono prese sul serio dagli studenti.
L’obiettivo della scuola è quello di forgiare e fortificare individui indipendenti. L’invadenza dei genitori mina questi obiettivi fondamentali per la crescita del bambino. L’esperto aggiunge: “La scuola deve essere esigente, altrimenti non è scuola. Se i genitori, mettendosi in mezzo, lo spingono a disinserire dalla marcia della crescita l’autostima, fanno danni. E quel bambino sarà il primo a entrare in panico di fronte alle difficoltà, quando ad esempio, crescendo, troverà una morosa che lo lascerà. La frustrazione diventa deleteria se non viene concepita come parte della crescita. Si diventa emotivamente incapaci di reagire alle frustrazioni anche da adulti”.
Secondo Crepet, molti genitori non si rendono conto che l’eccessiva protezione e difesa mina la forza interiore e la capacità di affrontare le situazioni difficili. Un bambino che impara sin da piccolo a convivere con frustrazione, tristezza e delusione diventerà un adulto capace di prendere in mano la propria vita. Saprà farlo senza farsi travolgere dal panico o dall’impreparazione.
di NATALIA SESSA
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