ANDREOLI: "TENETEVI STRETTI I SOGNI, SONO SOLO VOSTRI E NASCONO DAL VOSTRO VISSUTO". EDUCARE AL SOGNO GLI STUDENTI, COME PREFIGURAZIONE, È IL COMPITO DEL DOCENTE DI OGGI
- La Redazione

- 27 set
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 28 set
“Vorrei vedere quale intelligenza artificiale è capace di vivere esperienze non concrete così incredibili. Il nostro cervello non si ferma mai: anche di notte, quando siamo a riposo...”

Capita a tutti nella vita di sognare e al mattino seguente ricordare immagini, volti e frasi di quell’ esperienza onirica vissuta. A volte sono così profondi che scuotono vere e proprie emozioni, infatti, ci resta la sensazione di un abbraccio con una persona cara che non c’è più, ci resta la sua carezza, ci restano parole “brutte” se nel sogno abbiamo affrontato un litigio burrascoso.
Il sogno è un’esperienza tutta da vivere, a tal proposito parla l’esperto di psicologia Vittorino Andreoli che in un suo recente intervento affronta proprio questo tema: i sogni sono “un’esperienza tra le nostre idee”, spesso ad un sogno bello, positivo non diamo molta importanza, mentre diventa motivo di rimurginio un incubo. Andreoli ci invita ad accogliere anche l’incubo perché non necessariamente vuole dirci qualcosa di negativo, per cui non occorre “psicoanalizzarlo troppo”. I sogni “sono antichi - ricordiamo - quelli descritti nell'antico Egitto, nella Bibbia e nel mondo greco dove si pensava portassero nuove notizie - ma, secondo Andreoli - Il sogno è prima di tutto una caratteristica biologica del nostro cervello”.
Andreoli ci consiglia di viverli e soprattutto di “liberarli”, il nostro cervello è una macchina meravigliosa perché “produce continuamente”, l’esperto ci ricorda che : “ sono solo nostri, nascono dal nostro vissuto. Ci siamo dentro tutti noi, non solo con i dolori. Da certi sogni nascono idee creative, intuizioni scientifiche”. In sintesi occorre restituire al sogno anche la dimensione della gioia, della felicità e della spensieratezza.
Andreoli nella sua analisi ci propone un parallelismo tra sogno e tecnologia: “Vorrei vedere quale intelligenza artificiale è capace di vivere esperienze non concrete così incredibili. Il nostro cervello non si ferma mai: anche di notte, quando siamo a riposo”.
“È bello interpretarli ma non necessariamente per risalire a chissà quale lato oscuro”. Prendiamo l’esempio del grande registra Fellini, "sognava e la mattina faceva alcuni schizzi che poi andavano ad arricchire l'immaginario dei suoi film". Sognare esperienze non felici è all’ordine del giorno, in un mondo nel quale fingiamo che vada sempre tutto bene, nel quale dobbiamo essere sempre prestanti ed efficienti, questo carico emotivo inevitabilmente colpisce anche la nostra sfera onirica, a tal proposito l’esperto aggiunge:
“se durante il giorno cerchiamo di tenere a bada tutte le nostre paure, la notte eccole lì. Ma non dobbiamo avere paura dei nostri sogni, non dobbiamo fuggire. Piuttosto celebriamoli come "solo nostri", amiamoli, viviamoli come esperienze creative, che ci dicono quanto siamo umani, quanto siamo unici”. Il mondo che viviamo oggi è un mondo “brutto”, fatto di violenza, di potere e questo non ci permette neanche più di sognare ad occhi aperti, invece dovremmo farlo per riportare un po’ di spensieratezza nelle nostre vite, ma se proprio non ci riusciamo, conclude Andreoli “Teniamoci stretti i nostri sogni a occhi chiusi”.
di NATALIA SESSA






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