Sostegno INDIRE, Ianes: "non servono scorciatoie". Tirocini necessari, ecco la sua nuova proposta
- La Redazione
- 2 giorni fa
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Ianes propone un modello innovativo per la formazione dei docenti di sostegno, con un ruolo diverso per chi è specializzato in altre classi di concorso. Vediamo nel dettaglio il pensiero dell’esperto.

Dagli ultimi riscontri sui percorsi formativi per i docenti di sostegno emergono ancora forti dubbi e perplessità. A scuotere il dibattito è Dario Ianes, professore di Pedagogia e Didattica Speciale presso la Libera Università di Bolzano. L’argomento che più interessa Ianes riguarda i tirocini: l’esperto evidenzia la netta differenza tra i tirocini supervisionati previsti dai TFA universitari e quelli svolti online. Ancor di più interviene su quelli riconosciuti vista l'esperienza sul campo di almeno tre anni.
Secondo Ianes, non è affatto scontato riconoscere automaticamente i tre anni di esperienza sul sostegno scolastico, perché, come sottolinea lui stesso, “Potrebbero essere tre anni di lavoro pessimo dentro alle aule. Così, non abbiamo nessuna garanzia”.
Pur riconoscendo la grave carenza di docenti specializzati, Ianes mette in guardia dalle scorciatoie e propone un diverso approccio: “Non ci servono scorciatoie”. Un possibile piano di attuazione per superare il problema potrebbe essere quello di un’inclusione scolastica che coinvolga tutti i docenti, specializzati e non, secondo un nuovo modello in cui “l’inclusione sia importante per tutti i docenti, non solo per quelli formati ad hoc”.
La proposta di Ianes prevede che anche i docenti specializzati in altre discipline curricolari acquisiscano competenze specifiche sul sostegno, così da poter gestire con più efficacia gli studenti con disabilità. Oltre a contrastare la carenza di personale specializzato, questa strategia rappresenterebbe un importante contributo al tema dell’inclusione. Ianes immagina, infatti, che i docenti specializzati svolgano principalmente un ruolo di supervisione, alleggerendo così il sistema e supportando i pochi docenti attualmente impegnati sul sostegno: “In questo modo, chi è specializzato potrebbe solo supervisionare. Sgraveremmo il sistema e i pochi docenti che ora si occupano del sostegno”.
di LA REDAZIONE
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