SCHETTINI: “LE SFIDE SI ACCETTANO SEMPRE, IL MIO ORALE ALLA MATURITÀ? VI SPIEGO COME AVREI AGITO OGGI...
- La Redazione

- 13 lug
- Tempo di lettura: 3 min
“Sono sicuro che ci sia dietro un disagio. Sono convinto che dietro quella protesta c’è qualcosa di importante che volete sottolineare. La protesta va fatta..."

Dopo il commento dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet, arriva il professor Schettini a dire la sua sulle proteste contro la scuola di oggi. Ormai sono arrivati a ben 4 i casi in Italia degli studenti che hanno deciso di fare “scena muta” all'orale di maturità, c’è chi pensa che sia stata solo una bravata, c’è chi pensa che abbiamo fatto bene a rivendicare il diritto all’ascolto, c’è chi pensa che sia stato giusto perché un individuo non può essere rappresentato da un voto, ma c’è anche chi pensa che il sistema educativo Italiano sia cambiato in base alle esigenze dei ragazzi. I giovani non voglio affrontare più gli ostacoli o cercano in tutto i modi di dire qualcosa. Forse è stato un modo di urlare qualcosa, c'è chi ha ascoltato questo urlo?
Ma capiamo a tal proposito cosa pensa l’amato professore d’Italia, lo stesso inizia il suo intervento rivolgendosi proprio ai giovani: “Voglio parlare direttamente a voi ragazzi. Sono sicuro che ci sia dietro un disagio. Sono convinto che dietro quella protesta c’è qualcosa di importante che volete sottolineare. Ma la protesta va fatta in un’altra maniera”. Possiamo dire con certezza che Crepet e Schettini seguono la stessa linea di pensiero, a differenza del pedagogista Novara che auspica al contrario un effetto domino ( CLICCA QUI ). Anche Schettini, come Crepet, sottolinea il fatto che senza alcun dubbio questi ragazzi abbiano il diritto di parlare di ciò che secondo loro è sbagliato, di dirlo se non si sentono ascoltati e capiti. Ma non durante gli esami di maturità. Il fine è corretto, rivendicare i loro diritti resta sacrosanto, ma il mezzo utilizzato purtroppo lede il sistema scolastico ed educativo e questo per gli esperti non va bene, continua Schettini: “Al posto vostro avrei fatto un orale da urlo dimostrando la mia preparazione e al momento del punteggio avrei detto: ‘Ho dimostrato la mia preparazione, ho dimostrato chi sono, quanto io ci tenga, però rifiuto il punteggio dell’orale. Lo rifiuto per protesta’ ”.
Schettini avrebbe reagito così, avrebbe accettato la sfida dell’orale, lo avrebbe eseguito al massimo delle proprie potenzialità e competenze e solo successivamente avrebbe rifiutato il voto. Anche se di fatto il voto non si può rifiutare una volta che la commissione si esprime.
Per il professore il talento e l’impegno andava comunque dimostrato, perché in questa vicenda non sono stati in pochi ad aver pensato che questi ragazzi abbiano adottato la tecnica della “scena muta” solo per sfuggire al temibile orale, quindi, secondo alcuni, giocando d’astuzia e facendo bene i calcoli, sono riusciti a scamparla bene e ad essere comunque promossi. A tal proposito Schettini aggiunge: “Occhio, perché nella vita vi confronterete con diecimila cose. Nella vita c’è lo spirito di comprendere che un team, una comunità come quella scolastica, ha delle regole. Che questi episodi ci facciano riflettere tutti”, ha concluso”.
Proprio così, l’esame di maturità è il primo vero ostacolo che dà l'idea di quelli che verranno dopo, quotidianamente, nella vita. Gli studenti soli, probabilmente per la prima volta senza l’aiuto di familiari o compagni scuola, si ritrovano con una grande responsabilità nelle mani, ovvero dimostrare il loro valore davanti alla commissione di esperti che li esaminerà. Come ben pensano Gian Maria, Maddalena e molti altri, loro non sono un voto ma è loro responsabilità affermare se stessi, confrontarsi con le loro massime capacità, all’esame di maturità così come nella vita di tutti i giorni.
di NATALIA SESSA






.jpg)




















%20(2).jpg)
.jpg)



















Commenti