Pensioni 2026: tutte le strade per andare in pensione anticipata. Chi può uscire dal lavoro e con quali requisiti
- La Redazione

- 6 ore fa
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Dalla pensione anticipata all’Ape sociale, da Quota 41 all’isopensione: cosa conviene valutare nel nuovo anno e per chi

La Legge di Bilancio 2026 non ha rivoluzionato il sistema pensionistico, ma ha confermato e chiarito diverse possibilità di uscita anticipata dal lavoro. Accanto alla pensione di vecchiaia a 67 anni restano infatti attive più misure che consentono, a determinate condizioni, di andare in pensione prima. Conoscere requisiti, limiti e differenze tra le varie opzioni è fondamentale per capire quale percorso possa essere davvero conveniente nel nuovo anno.
Nel 2026, accanto alle regole ordinarie, restano attive diverse misure che consentono l’uscita anticipata dal lavoro, ma solo a precise condizioni:
Considerando l’età anagrafica a 67 anni;
Considerando i dati contributivi, a prescindere dall’età, a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
A questi dati dobbiamo sempre aggiungere i 3 mesi di attesa per la finestra mobile e l’aumento dei requisiti a partire dal 2027. Ma per chi desidera andare in pensione in maniera anticipata quali strategie è possibile adottare?
PENSIONE DI VECCHIAIA 67 ANNI :
Alla pensione di vecchiaia si potrà accedere con 67 anni e 20 anni di contributi, per i contributivi puri con contribuzione iniziata dal 1996 bisogna aver maturato una somma pari all’assegno sociale quindi almeno 546 euro entro il 2026. Altrimenti occorrono 71 anni con almeno 5 anni di contributi versarti.
PENSIONE ANTICIPATA SENZA REQUISITO D’ETÀ:
Per gli UOMINI: 42 anni e 10 mesi di contributi;
Per le DONNE: 41 anni e 10 mesi di contributi;
(In aggiunta i 3 mesi di finestra mobile per entrambe le categorie)
PENSIONE A 64 ANNI PER I CONTRIBUTIVI PURI:
Occorrono almeno 25 anni di contributi versati e aver raggiunta una somma dell’assegno pensionistico pari a 3 volte l’assegno sociale 546 X 3 = 1.638 euro entro il 2026
APE SOCIALE
L’ape sociale, a differenza di Opzione Donna (CLICCA QUI), è stata confermata e prorogata. La sue funzione è quella di fare da ponte e accompagnare fino all’età pensionabile le persone che hanno raggiunto almeno 63 anni e 5 mesi di età e si trovano in una situazione di disagio con almeno:
30 anni di contributi, tra questi abbiamo: licenziati, care giver e invalidi al 74%;
36 anni di contributi coloro i quali si trovano a svolgere attività gravose.
Possono aderire all’Ape sociale i contribuenti nati entro il 1963. L’importo dell’assegno può arrivare ad un massimo di 1.500 euro e non è prevista la tredicesima.
QUOTA 41
Con questa misura può andare in pensione chi :
ha versato 12 mesi di contributi effettivi prima dei 19 anni;
ha versato 41 anni di contributi e si trova in una situazione di disagio come : licenziati, Caregiver, invalidi al 74% e lavoratori che svolgono attività usuranti.
La misura riguarda i lavoratori precoci che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni.
ALTRE SITUAZIONI DI DISAGIO FISICO O ECONOMICO:
LAVORI FATICOSI: Fino al 2026 può accedere alla pensione anticipata a 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di contributi chi svolge attività usuranti, come ad esempio: insegnanti della scuola dell’infanzia, operai in grandi aziende, infermieri…
LAVORI USURANTI: I dipendenti con quota 97,6 possono accedere alla pensione anticipata fino al 2026 con almeno 61 anni e sette mesi di età e 35 anni di contributi (98,6 per gli autonomi con un anno in più di età anagrafica). In particolare, riguarda i nati nei primi mesi del 1965 e qui lavora ininterrottamente dal 1991.
ISOPENSIONE: Si tratta di un accordo tra azienda e lavoratore, si può ottenere uno sconto sull’età pensionabile fino a 7 anni ma l’azienda deve assumersi la responsabilità di versare i costi d’uscita e contributi previdenziali.
di LA REDAZIONE
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