Pellai: Il coraggio di chi rimane è molto più forte del coraggio di chi molla tutto per cominciare una nuova vita. Rimanere significa esserci sempre,anche quando la vita sconvolge tutti i nostri piani
- La Redazione
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“Eppure quelle vite in cui si impara a ‘rimanere’ molte volte sono tutt’altro che vite passive e noiose. Spesso sono vite in cui la ‘cura’ della relazione è continua. Vite in cui si continua a gioire per…”

Ci si chiede spesso se ci voglia più coraggio ad andar via oppure a rimanere. Tuttavia non ci si interroga mai abbastanza sul vero significato da attribuire al verbo “rimanere”, un verbo intriso di significato ma troppe volte adombrato e solo marginalmente preso in considerazione.
A tal proposito Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, attraverso una ragguardevole disamina, esprime il suo pensiero in merito, offrendoci ottimi spunti di riflessione. “Si usa spesso la parola ‘coraggio’ in riferimento a chi ‘molla tutto’ per cominciare una nuova vita. Ma quasi mai nessuno parla del coraggio di chi ‘rimane’. ‘Rimanere’ viene spesso raccontato come un verbo ‘noioso’, quasi passivo. Dove ci si adatta ad una routine immutabile, sempre uguale a se stessa. Nel mio lavoro, mi capita di confrontarmi a volte con coppie in cui uno dei due partner è stanco di ‘rimanere’ dentro una vita che sembra non avere più senso perché noiosa, abitudinaria, senza guizzi e sorprese.
Eppure quelle vite in cui si impara a ‘rimanere’ molte volte sono tutt’altro che vite passive e noiose. Spesso sono vite in cui la ‘cura’ della relazione è continua. Vite in cui si continua a gioire per la bellezza di un quotidiano fatto di piccole cose. Vite in cui crescere un figlio è un lavoro di cesello e scalpello che ogni giorno ti tiene avvinto e impegnato, come succede allo scultore che ci mette un tempo lunghissimo a portare a compimento la sua opera, prima di mostrarla al grande pubblico. Ci sono vite in cui una passeggiata in un bosco è ancora fonte di una bellezza da condividere e accompagnare con parole che servono a comprendere la fatica del quotidiano.
Non si parla mai di quanto coraggio e di quanta bellezza c’è nella capacità di ‘rimanere’.
A volte quello che fa la valigia e cambia vita non si è mai fatto la domanda ‘Ma io che cosa sto facendo per rimanere?’. Continua a guardare nell’altro e a trovare nell’altro una buona ragione per avere il coraggio di ‘cambiare vita’ senza rendersi conto che ciò che definisce coraggio è tutt’altro. A volte è pigrizia. A volte è addirittura viltà.
So che questo è un messaggio scomodo. Ma in un tempo che celebra il ‘dovere di andare via’ di fronte alle inevitabili frustrazioni che il quotidiano impone a tutti, forse vale anche la pena di raccontare un’altra verità. Un po' meno comoda. Eppure necessaria. La stabilità non è solo fatica. È anche bellezza. Bellezza profonda. E soprattutto: è un grandissimo valore. Poco di moda. Ma tant’è”, questa la profonda riflessione dello psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Il coraggio di chi rimane, dunque, è molto diverso dal “coraggio” di chi molla tutto per cominciare una nuova vita. Rimanere, infatti, viene spesso inteso negativamente come fermarsi, trattenersi, sostare, così trasformando la propria vita in una routine immutabile, noiosa, abitudinaria e priva di sorprese.
Ma la bellezza che si nasconde dietro la capacità di rimanere è una bellezza unica, speciale: d’altronde è semplice e scontato esserci quando tutto sembra andare per il meglio, mentre appare molto più difficoltoso rimanere quando la vita ci mette alla prova, sconvolgendo tutti i nostri piani.
Dunque rimanere significa esserci sempre per l’altro nonostante tutto, avendo il coraggio di affrontare assieme le difficoltà, imparando a gioire per le piccole cose, riscoprendo una forza che neppure si era immaginati di avere, condividendo insieme ogni attimo, riassaporando la bellezza di chi è in grado di restare e non di scappare via vigliaccamente, perché è più facile mollare tutto quando le cose non vanno bene, mentre rimanere presuppone impegno, dedizione e premura, il coraggio di supportare e sostenere l’altro sempre ed incondizionatamente.
di VALENTINA TROPEA