Pellai: "Diventare grandi significa imparare ad accettarsi. Gli adolescenti di oggi, tra social e isolamento, devono ritrovare sé stessi, il dialogo con i genitori e il contatto con la realtà."
- La Redazione
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È importante insegnare agli adolescenti a crescere con cognizione, formando la propria personalità attraverso il confronto con il mondo esterno ed i propri simili. I giovani non possono crescere in un ambiente ovattato…

Le moderne generazioni di adolescenti non sono certamente più avvezze ai criteri e a tutti i canoni che hanno rappresentato i pilastri della nostra crescita, mettendo spesso in discussione il rapporto con i genitori. Chi di noi non ricorda le frasi dei genitori, in special modo durante il periodo adolescenziale, quando rientravamo a casa dopo le uscite?! Espressioni quali "questa casa non è un albergo" riecheggiano ancora vive nella mente e ci riportano indietro nel tempo, trasportandoci ai momenti di crescita e di scoperta del mondo esterno, al di fuori del proprio nucleo familiare.
Tale concetto, ad una prima superficiale analisi, può apparire di scarsa importanza ma così non è. Un tema, questo, che tocca da vicino la crescita personale e la responsabilità educativa sia dei figli che dei genitori.
Su tali aspetti si è soffermato Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, affermando che la frase anzidetta "veniva pronunciata ad un figlio desideroso di stare fuori nel mondo e con gli amici, il quale rientrava a casa quasi solo per soddisfare i bisogni primari, ovvero mangiare e dormire".
Pellai sottolinea come tale espressione era volta ad impartire un insegnamento fondamentale, e cioè che i genitori non sono a completa disposizione dei figli.
Insomma, secondo lo psicoterapeuta "in questa frase stava nascosta anche una profonda realtà, associata a questo tempo della crescita: l'adolescente non può stare nella zona di protezione, non può essere guardato a vista da mamma e papà, ma vuole avere come luogo elettivo il mondo che sta fuori dalla porta di casa".
È importante insegnare agli adolescenti a crescere con cognizione, formando la propria personalità attraverso il confronto con il mondo esterno ed i propri simili. I giovani non possono crescere in un ambiente ovattato e protetto sotto l'ala genitoriale.
A tal proposito, secondo Pellai, per un adolescente è più importante sentire l'appartenenza al gruppo dei propri pari che al proprio nucleo familiare. Ed anzi, lo psicoterapeuta evidenza come vi sia una mutazione antropologica della crescita: "Oggi la frase ‘Questa casa non è un albergo" non ha più senso di esistere. Perché spesso, nel conflitto genitori-figli adolescenti la frase maggiormente pronunciata è ‘Esci da quella stanza’. Questo imperativo che, a volte, madri e padri urlano ad un figlio è indicatore di una vera e propria mutazione antropologica della crescita".
I giovani, ormai, tendono sempre più ad isolarsi, nascondendosi in un mondo virtuale dominato dai social network, lasciando i genitori dietro una porta chiusa, senza dialogo o confronto, del tutto avulsi dalla realtà. Sempre secondo Pellai "Dentro a questa mutazione antropologica spesso risiede la fragilità degli adolescenti contemporanei e il senso di impotenza dei loro genitori che di fronte ad un figlio chiuso nella propria stanza, vivono un dolore senza sbocco, perché non sanno come trasformarlo in azione educativa efficace".
È fondamentale rieducare i giovani alla realtà, al dialogo tra genitori e figli, e al confronto diretto con i propri coetanei.
Diventare grandi, pertanto, significa imparare ad accettarsi, ad essere se stessi e a costruire la propria identità nel mondo reale, lontano dalle illusioni dei social, abbandonando un’idea di perfezione che non esiste, puntando sulle passioni piuttosto che sulla performance.
di VALENTINA TROPEA
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