Novara: "Giovani che si guardano allo specchio e non si piacciono? Una necessità psico-evolutiva che fa parte del processo di crescita." Scopriamo cosa può fare un genitore
- La Redazione

- 30 set
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 1 ott
“È una fase di ricerca spasmodica di conferme: lo specchio diventa il punto di riferimento più immediato, anche se in realtà è forse il luogo meno adatto...”

L’adolescenza è quella fase di vita che comporta, oltre a turbe emotive e affermazione del proprio io, anche familiarizzazione con il proprio corpo. Il più delle volte questo processo risulta particolarmente difficile per un ragazzo e/o ragazza. Inoltre, i social hanno influenzato di gran lunga il giudizio dei giovani, plasmando una realtà che non esiste, filtri, ritocchi, questo estremo richiamo alla bellezza, ha tolto il senso dell'autenticità.
A tal proposito l’esperto di pedagogia Daniele Novara ha dichiarato: “A quest'età nessun ragazzo e nessuna ragazza si piace davvero. È una fase di ricerca spasmodica di conferme: lo specchio diventa il punto di riferimento più immediato, anche se in realtà è il meno adatto. È molto difficile, se non impossibile, sentirsi in sintonia con il proprio corpo in adolescenza, perché i cambiamenti vengono spesso percepiti come sgradevoli, ingiusti e inaccettabili”.
È un processo naturale e anche non piacersi fa parte di questo, ma per un genitore vedere suo figlio cercare conferme nell’aspetto estetico può essere frustrante, può creare malumori ed incomprensioni in casa, come dichiara l’esperto: “sembra quasi una battaglia persa in partenza. In realtà l'atteggiamento più utile non è opporsi alle sue incertezze, ma piuttosto accettarle come parte del percorso. È importante essere figure non giudicanti, capaci di evitare commenti inutili che rischierebbero solo di aumentare il disagio”.
Per cui un genitore in questa fase può solo sostenere e stare accanto ad un giovane, anche quando questo lo rifiuta, perché in realtà è proprio con quel rifiuto che cerca conferme ed affetto. Solo il tempo potrà curare questo vortice di emozioni giovanili. L’autostima, il piacersi per come si è dentro e non per l’estetica è un processo lungo, che ha bisogno di consapevolezze, di esperienze, di prove, a tal proposito conclude Novara: “Questa insoddisfazione verso il proprio aspetto, che può sembrare un atteggiamento vittimistico, in realtà è una necessità psico-evolutiva: fa parte del processo di crescita. Ci siamo passati tutti e tutte, ed è proprio attraversando questi momenti che i ragazzi imparano a costruire un rapporto più autentico con se stessi”.
di NATALIA SESSA






.jpg)



















%20(2).jpg)
.jpg)



















Commenti