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Maria Rita Parsi: “Un bambino che ha potuto giocare sarà un adulto sereno. Se l’infanzia di un bambino è stata triste, quel bambino diventa un adulto il cui bambino interiore rimane ‘murato dentro"

Aggiornamento: 14 ago

Il gioco permette di alimentare l’immaginazione di ciascun bambino, consentendogli al contempo di conoscere il mondo, nonché di relazionarsi e rapportarsi con…

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Prendersi cura di un bambino significa in primis prendersi cura del suo mondo interiore, della sua anima, non trascurando mai i suoi bisogni, le sue esigenze, così che possa crescere serenamente e responsabilmente, diventando ben presto un adulto maturo ed assennato.


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Ecco allora l’importanza del gioco che permette di alimentare l’immaginazione di ciascun bambino, consentendogli al contempo di conoscere il mondo, nonché di relazionarsi e rapportarsi con le altre persone, tenuto conto dei bisogni altrui; attraverso il gioco, inoltre, emerge il carattere e la personalità del bambino stesso.

“Un bambino che ha potuto giocare sarà un adulto sereno. Si cresce giocando”, con tale meravigliosa affermazione inizia la sua significativa e profonda riflessione Maria Rita Parsi, presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus ed ex membro del Comitato ONU per i diritti del fanciullo, riprendendo l’espressione del padre della moderna neuropsichiatria infantile, Giovanni Bollea.

La situazione oggi però appare ancora più delicata e complessa visto che predomina incontrastata l’intelligenza artificiale e a tal proposito parliamo di nativi digitali.

Si ricordi che sono le prime esperienze di vita a modellare il cervello dei bambini ed il gioco svolge una funzione importantissima stimolando immaginazione e creatività. Ed allora come conciliare il gioco con l’avvento della tecnologia e dei dispositivi digitali?

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“I ragazzini di oggi sono nativi digitali e un uso virtuoso di questi prodotti può dare buoni risultati, ma nel virtuale corpo, mente e immaginario non sono integrati anche il gioco e il rapporto con gli altri partecipanti è solitario, senza incontro”, così come evidenzia la psicologa.

Molto importante è che i bambini vengano accompagnati da adulti consapevoli nel loro percorso di crescita: “non bisogna fare le stesse cose del bambino, imitarlo, ma mettersi dentro al gioco insieme”.


Il diritto al gioco, riconosciuto all’articolo 31 della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, viene però spesso violato e negato e ciò comporta che quel bambino diventerà ben presto un adulto il cui bambino interiore rimane ‘murato dentro’ perché non ho potuto vivere la propria età.

“L’infanzia è attesa di eventi luminosi e lieti, eroici, santi e belli. Se l’infanzia di un bambino è stata buia, triste, grigia, spaventata, nessun drago, fantasma o mostro, all’improvviso sconfitto, nessuna luce, il bambino diventa adulto. Ma dentro di lui, quel bambino aspetta, murato nel semisonno dell’attesa. Aspetta che l’infanzia sia magica, bella e santa. Bisogna illuminare l’infanzia per farlo crescere”, queste le parole significative con le quali Maria Rita Parsi termina la sua disamina chiara e dettagliata, sottolineando l’importanza di garantire un’infanzia gioiosa e serena a ciascun bambino così che la crescita possa avvenire gradualmente, trasformando ogni bambino, dunque, in un adulto sereno e consapevole, consentendo a quel bambino interiore di poter vivere la propria età, non rimanendo ‘murato dentro’.

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di VALENTINA TROPEA

1 commento


Elisa G
13 ago

Interessante, ma non ho compreso la risposta alla domanda che l' autore pone e cioè come concretamente comportarsi rispetto ai bambini che chiama nativi digitali. Non occorre un esperto nel dire che i bambini hanno bisogno di giocare e relazionarsi per crescere sereni. Occorre a mio avviso fornire indicazioni pratiche per fare sì che i bambini abbiano voglia di giocare e relazionarsi, piuttosto che di utilizzare i dispositivi. Saluti, EG

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