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Galimberti: scopri chi sei veramente, realizza il tuo potenziale unico e vivi la felicità, l’eudaimonia e la piena consapevolezza di te stesso

Un percorso di introspezione e consapevolezza per conoscere le proprie capacità, seguire la vocazione e vivere la felicità autentica secondo misura...

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“Come si fa a diventare felici? La parola felicità è lo scopo della vita”. Torniamo a parlare di un tema molto importante che insegue le nostre vite,  ma questa volta lo facciamo da un approccio più filosofico abbracciando le sagge parole del filosofo e psicoanalista italiano Umberto Galimberti.

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L’esperto afferma: “La felicità, in greco eudaimonia (in greco antico εὐδαιμονία) , è composta da eu, che significa  “bene” e daimon, che possiamo tradurre con “spirito guida interiore” o più semplicemente “demone”. Dunque, eudaimonia è la “buona riuscita del proprio demone ”, il compimento armonico della propria natura profonda. Ognuno di noi ha dentro di sé un daimon”. Come dichiara Galimberti ognuno di noi ha dentro una passione, un’indole che scuote la nostra anima e ci fa essere costantemente instabili fin quando non la tiriamo fuori,“ Ma che cos’è questo demone? È la nostra virtù intesa non in senso di morale, ma nel significato originario del termine: capacità, eccellenza, potenziale ”. 

Il potenziale va cercato, inseguito e raggiunto solo così avremo la certezza di percorrere la strada verso la felicità, verso la realizzazione più straordinaria che possiamo compiere, noi stessi, Galimberti continua: “Perché sei nato? Cosa ti muove davvero? Perché senti il bisogno di fare l’attore, il pittore, l'ingegnere, il medico, il maestro? ”.

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La nostra missione al mondo non è quella di poter o saper fare tutto, siamo chiamati a compiere solo le nostre unicità, a realizzarle e a metterle a disposizione degli altri. “Hai scoperto qual è il tuo daimon ? Perché se l’hai scoperto allora devi realizzarlo. E se lo realizzi bene, vivi secondo la tua eudaimonia , cioè realizzi pienamente il tuo potenziale, organizzi la tua vita secondo ciò che sei veramente”. Una volta raggiunta la consapevolezza del nostro io, la strada sarà ancora lunga, ma certamente in discesa.

La nostra vita inizia a prendere forma, inizia la sua massima espressione e non sentiamo più la necessità di cercare altro, di essere in competizione. Perché ciò che siamo,  è venuto fuori, infatti, come stesso afferma Galimberti: “Come si fa a scoprire il proprio demone?”- per rispondere a questa domanda dobbiamo andare indietro di molti anni, molti secoli: “L’oracolo di Delfi - come ci ricorda Platone- ci ha lasciati due messaggi fondamentali. Il primo è “conosci te stesso”. Come puoi sapere chi sei, cosa vuoi, quale sia il tuo daimon, se prima non impari a conoscere te stesso? Non basta guardare la televisione o i social e pensare: “Mi piacerebbe essere come quello”. Devi guardarti dentro. Devi osservati, riflettere. Capire chi sei davvero”. 

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Per conoscerci a fondo, dobbiamo passare molto tempo con noi, soprattutto isolandoci dagli altri e da pensieri influenzanti. È importante che in questo tempo impariamo ad ascoltare le nostre emozioni, soprattutto quelle fastidiose, perché sono loro che ci faranno da guida nella scelta della nostra vocazione, continua Galimberti: “Una volta che hai riconosciuto il tuo demone, arriva il secondo messaggio dell’Oracolo: “Secondo misura”. Allora, magari sei un attore ma non bravo come Mastroianni,  non cercare di essere bravo come lui o più di lui, esamina le tue capacità, collocati là dove sei, non oltrepassare la misura. Perché altrimenti prepari la tua rovina”.

Il filosofo conclude con un messaggio inusuale, in una società che ci prepara ad essere sempre più competitivi, prestanti, in continua lotta e rivalità con gli altri, dobbiamo cercare, invece, la nostra misura e collocarci lì, senza cercare di ottenere e volere di più,  perché dall’altro lato della realizzazione, esiste qualcosa di insaziabile, il desiderio di potere e volere sempre di più, ma  non raggiungerlo,  potrebbe generare uno stato di profonda frustrazione in noi che non ha nulla a che vedere con la felicità.

di NATALIA SESSA

2 commenti


Mario
10 set

Galimberti dice solo grandi verità...la Felicità è l'abito che ognuno può cucire partendo da se stesso, osservando gli altri non per entrare in competizione ma per affermare la propria unicità.

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Ospite
10 set

E vero ,non bisogna guardare l ' altro ma essere umili accettarsi x quello che si e' nelle possibilita' proprie migliorare,

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