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Galiano: "Valutare è un atto educativo. È dire con un numero non da dove sei partito, ma dove sei riuscito ad arrivare. Non è punire, non è archiviare, non è sommare. È osservare, capire, scegliere"

Occorre, quindi, comprendere fino in fondo come le valutazioni non siano tutte uguali ed occorre tener conto anche degli inciampi, delle difficoltà riscontrate dallo studente, ma anche e soprattutto dei suoi miglioramenti....


Lo scrittore ed insegnante italiano Enrico Galiano, ispirandosi al bellissimo libro di Cristiano Corsini, La fabbrica dei voti – Sull’utilità e il danno della valutazione a scuola, ha pubblicato alcuni giorni fa un video sui social concernente proprio la valutazione scolastica che ha sicuramente fatto molto discutere, destando dubbi e perplessità di alcuni colleghi.

A tal proposito Galiano, attraverso un apposito articolo su 'Il Libraio', ha colto l'occasione per rispondere ad alcune critiche sollevategli, evidenziando come la media aritmetica dei voti è, spesso, un errore clamoroso.

"La media non è democratica. È impersonale. Sono due cose diverse.

Tratta allo stesso modo voti che nascono in momenti, condizioni, livelli di consapevolezza completamente diversi. E lo fa perché è comoda: una scorciatoia travestita da rigore.

Ma l’aritmetica non basta a raccontare l’apprendimento. Perché l’apprendimento non è lineare, non è costante, non è equo. È umano. Ed è fatto anche di inciampi, slanci, svolte improvvise", queste le significative parole dello scrittore in merito.

Enrico Galiano, più dettagliatamente, ribadisce come fare la media aritmetica significhi "che il crudo di San Daniele vale come la mortadella. È comodo e veloce. Ma è scorretto".

Occorre, quindi, comprendere fino in fondo come le valutazioni non siano tutte uguali ed occorre tener conto anche degli inciampi, delle difficoltà riscontrate dallo studente, nonché dei suoi miglioramenti e delle svolte improvvise, proprio perché il percorso formativo di uno studente non può ridursi ad un mero calcolo matematico.

"Se hai dichiarato che valuterai anche l’impegno, devi tenerne conto. Chi si è impegnato costantemente ha diritto a un riconoscimento. Ma questo non significa che chi è migliorato debba essere “frenato” per pareggiare i conti. Non è una gara tra studenti: è una corsa contro sé stessi.

Prima di mettere una qualsiasi valutazione, non puoi eludere una domanda: cosa sto valutando davvero?

Perché se sto valutando l’apprendimento, allora devo chiedermi: quel voto racconta davvero dove è arrivato lo studente? O è solo la somma dei suoi inciampi?

Nel 1982 l’Italia ai Mondiali di Spagna ha fatto un girono di qualificazione pessimo, qualificandosi dopo molte difficoltà. Ma poi qualcosa è successo, e quel Mondiale lo abbiamo vinto con partite epiche e momenti che sono entrati anche nei libri di storia. Se dovessi dare un voto a quell’Italia, cosa le daresti? 10 alla fase finale e 4 a quella iniziale, quindi 7? Ma seriamente?

Allo stesso modo, se do 6,5 a uno che oggi vale 9, solo perché all’inizio ha fatto fatica… allora sto commettendo un’ingiustizia. E la sto mascherando da oggettività", in tal modo continua la sua riflessione l'insegnante.

"Valutare non è punire. Non è archiviare. Non è sommare.

È osservare, capire, scegliere. È dire con un numero non da dove sei partito, ma dove sei riuscito ad arrivare.

E soprattutto: valutare è un atto educativo.

Un voto può spegnere. O può accendere. Dipende da cosa scegli di misurare: le tue certezze, o il suo cambiamento?", queste le parole di Enrico Galiano attraverso le quali si conclude la sua considerevole disamina.

Pertanto non bisogna mai dimenticare come la valutazione sia fondamentale per comprendere fin dove è riuscito ad arrivare lo studente attraverso il suo impegno e la sua dedizione, migliorandosi ed andando avanti, perché un buon voto non rappresenta solo un risultato positivo per l'allievo ma anche una gratificazione per l'insegnante che in tal modo avrà raggiunto il suo intento: trasmettere non solo nozioni ma anche amore e passione per il sapere così che l'apprendimento possa essere dinamico e non statico, attraverso una partecipazione attiva e cooperativa dello studente, senza mai dimenticare che il valore di una persona prescinde da un numero e che la valutazione sia un vero e proprio atto educativo.



di VALENTINA TROPEA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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