Pellai: Un voto non definisce il valore di uno studente, per cui i giovani lavorino molto più sul percorso che sul traguardo. I voti ne sono indicatori, ma non ne rappresentano la fotografia puntuale
- La Redazione
- 2 giorni fa
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Alberto Pellai esorta i giovanissimi ad andare oltre un semplice voto, ricordando loro che il valore di una persona prescinde da...

La scuola sta quasi per terminare e così gli studenti, alle prese con le ultime interrogazioni e con gli ultimi compiti in classe, si ritrovano ad attendere con trepidazione l'esito finale.
A tal fine Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, attraverso una considerevole riflessione, si sofferma proprio sul valore dei voti per gli studenti e sull'importanza di valorizzare più il percorso che il traguardo.
"Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno scolastico. Per chi ha figli alle scuole secondarie è un tempo di bilanci. Ma anche di grandi sforzi finali. Ci sono gli ultimi compiti in classe, le ultime interrogazioni. Per qualcuno, queste prove servono a capire quale sarà l’esito finale e quindi se ci sarà promozione oppure debiti a settembre o addirittura bocciatura. Penso che sia gli studenti, che i genitori, che i docenti stessi debbano lavorare molto più sul percorso che sul traguardo. È il percorso ciò che conta davvero. I voti ne sono indicatori, ma non ne rappresentano la fotografia puntuale. Ci sono giorni in cui un’interrogazione va male, proprio come ad un cuoco non riesce una torta, nonostante sia stata preparata seguendo alla lettera la procedura e la selezione degli ingredienti. Non è la torta venuta male che definisce qual è il valore di un cuoco. È tutto il resto.
Ragazzi e adulti sono molto spaventati dai voti. Li seguono con ansia e urgenza sul registro elettronico. Ne attendono le notifiche, lo consultano più volte al giorno, come se fosse scritta lì la verità. Il registro contiene indicatori di percorso. Ciò che dovrebbe davvero interessarci è come procede il cammino, dove nostro figlio (o un nostro studente) arranca nel mettere un passo dopo l’altro, come permettere che la squadra dei compagni sia un luogo di collaborazione e non di agonismo. Ovvero, un sistema relazionale in cui la domanda che conta davvero non è 'Che voto hai preso?'. Per questo, io abolirei – del tutto e per sempre il registro elettronico.
Sento spesso dare la colpa alla scuola. Ma la scuola è fatta di persone, così come la famiglia e la classe. Ci sono scuole che danno troppa importanza ai voti, è vero. Ma ci sono anche genitori che a quegli stessi voti danno ancora più importanza di quanta ne dia la scuola. Un’insufficienza a volte fa piangere il genitore, lo fa accorrere dal docente che gliel’ha data, per protestare, per incapacità di accogliere e comprendere il giudizio di un altro sul proprio figlio. Ciò che davvero conta è che i voti devono parlare ad un figlio, non ad un genitore. Per i figli, i voti devono essere cose che appartengono a loro, al loro cammino. Io non sono per una scuola senza voti. Così come una scuola senza voti, per me sarebbe più che positiva. Perché a me non interessa il voto che prende un mio figlio. Lo vivo semplicemente come un indicatore, alla pari di un segnale stradale che ti avverte di qualcosa: passa pure, fermati, pericolo massi, rallenta, accelera.
Come genitore, ho sempre lasciato ai miei figli la responsabilità dei loro voti. Che non significa amare la valutazione basata sui voti. Significa semplicemente sapere che la vita li sottoporrà più volte a valutazioni. Magari in quei frangenti, non ci saranno i voti. Ciò nonostante più volte dovranno parlare con se stessi, alla fine di una prova per capire se sono andati bene o male. E nel caso in cui si scopra di essere andati male, sarà inevitabile domandarsi: 'Cosa posso fare, per migliorare?'.
È solo questa la domanda che conta", queste le considerevoli parole dello psicoterapeuta dell'età evolutiva.
Alberto Pellai esorta i giovanissimi ad andare oltre un semplice voto, ricordando loro che il valore di una persona prescinde da una mera valutazione personale e che nella vita bisognerà sempre mettersi alla prova, sperimentando le proprie capacità, per poter migliorare e riscoprire le proprie passioni ed ambizioni, senza mai desistere, ma anzi perseguendo sempre le proprie mete con grande forza e determinazione.
Un voto non definisce il valore di uno studente, per cui i giovani lavorino molto più sul percorso che sul traguardo. I voti ne sono indicatori, ma non ne rappresentano la fotografia puntuale.
di VALENTINA TROPEA