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Crepet: La vita non è altro che un gioco ed i giovani devono imparare a vivere giocando, sbagliando e perdendo perché per vincere si deve perdere, sperimentando la propria capacità di rialzarsi

Aggiornamento: 17 ore fa

"A volte c’è bisogno solo di un leggero colpo di vento per far andare la barca. Il vento c’è, deve solamente gonfiare le vele. Ecco perché i bambini devono giocare e cadere dalla bicicletta..."


Il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, sul palco dell'auditorium Tiziano Zalli di Lodi, dinanzi a circa ottocento spettatori, attraverso il suo carisma e la sua capacità comunicativa, ha colto l'occasione per esprimere il suo pensiero in merito all'importanza per i giovanissimi di sperimentare l'insuccesso.

In particolar modo lo psichiatra esorta le nuove generazioni a ribellarsi all'indifferenza, al cinismo, alla paura di esprimere le proprie idee, alla luce di una società che sembra prediligere l'anestesia dell'anima, dove la preoccupazione più grande è solo quella di poter godere di privilegi e benessere materiale.

Paolo Crepet, senza alcuna esitazione, fa riferimento a grandi donne e uomini che hanno vissuto ecletticamente "questa vita, che alla fine non è altro che un gioco. E questo gioco a volte finisce in maniera strana, però poi si impara, si va avanti e si scopre che la vita, quindi il gioco stesso, insegna a passare oltre i limiti che ci siamo imposti".

Occorre, a tal fine, permettere ai giovani di vivere la propria esistenza in maniera gioiosa e spensierata, consentendo loro di cadere così da imparare a rialzarsi, sperimentando le sconfitte per poter assaporare meglio le vittorie.

I giovani devono "imparare a vivere giocando, sbagliando e perdendo. Perché Sinner è bravo? Perché ha perso. Per vincere si deve perdere", queste le significative parole di Paolo Crepet in merito.

"Ci sono momenti che durano pochissimo, ma che sono fondamentali. Bisogna fare azzardi. Però li devi fare tu. Se c’è qualcuno che li fa o li vive al posto tuo, vuol dire che qualcosa è andato storto. A volte c’è bisogno solo di un leggero colpo di vento per far andare la barca. Il vento c’è, deve solamente gonfiare le vele. Ecco perché i bambini devono giocare e cadere dalla bicicletta. Ed ecco perché la comfort zone che voi genitori spesso create ai vostri figli è una cosa barbarica", in tal modo termina la sua considerevole disamina il sociologo.


I bambini, pertanto, devono ritornare a giocare, cadendo dalla bici e sbucciandosi le ginocchia, riassaporando la propria libertà ed autonomia, sperimentando creatività ed estro, riponendo al centro della loro esistenza quella curiosità di chi non smette mai di fare domande, di chi è desideroso di affacciarsi alla vita, stupendosi delle cose semplici ed imparando a vivere la propria esistenza a colori, intensamente e pienamente, senza intermediari, giocando, facendo anche degli azzardi, dandosi la possibilità di sbagliare, per poter imparare a rialzarsi e a superare i propri limiti.




di VALENTINA TROPEA

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