Crepet: “Credi in tuo figlio quando meno se lo merita, perché? I motivi sono tanti ed è la giusta strada da percorre"
- La Redazione
- 6 giorni fa
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Aggiornamento: 3 giorni fa
“Investire sui figli non significa dare loro denaro, ma metterli nella condizione di seguire le loro passioni”, così da insegnare a questi ultimi cosa sia veramente la…

Un buon genitore, per poter svolgere adeguatamente la funzione educativa, deve avere il coraggio di credere nei propri figli, soprattutto quando meno se lo meritano, facendo rifiorire il loro talento, incentivando la loro passione e creatività, senza mai desistere ed anzi riscoprendo quelle potenzialità spesso solo celate o trascurate eppure così vivide e presenti.
Tuttavia molti genitori, erroneamente, credono che per rendere felici i propri figli sia sufficiente essere servizievoli, accondiscendenti, disponibili, pronti a dare loro tutto ciò che chiedono, privandoli invece di quell’affetto che non potrà mai essere barattato con il denaro o con altri beni materiali.
Spesso, infatti, sono proprio gli adulti a pretendere di educare oberati dai sensi di colpa, consapevoli di non avere dedicato ai giovani le giuste attenzioni, quel tempo necessario per instaurare una relazione affettiva e di stima reciproca che possa consentire il fiorire di un rapporto unico e speciale, ma questo vorrebbe dire spegnere un incendio con una tanica di benzina, così come ci spiega considerevolmente il sociologo e psichiatra Paolo Crepet.
“Troppi adulti non hanno il coraggio di credere nei giovani, perché se lo sapessero fare non inventerebbero tutti i modi possibili per sorreggerli, per spianare loro la strada, accompagnarli, blandirli. Avremmo un atteggiamento più sobrio e meno edulcorato, che li fortificherebbe invece che fiaccarli”, queste le parole dello psichiatra che inducono ad una profonda riflessione.
Proprio per tale motivo “investire sui figli non significa dare loro denaro, ma metterli nella condizione di seguire le loro passioni”, così da insegnare a questi ultimi cosa sia veramente la libertà e l’autonomia, grazie alle quali poter agire responsabilmente e consapevolmente.
“Ricordo quello che mi disse una signora dopo avere a lungo e dolorosamente parlato del rapporto non felice con il proprio figlio, che aveva delle rimostranze, chiedeva sempre di più, in maniera sempre più arrogante, e lei si sentiva molto sola, come a volte i genitori si sentono; e lei ad un certo punto mi disse: ‘Io ieri sera gli ho detto questo: ‘Io più che amarti non posso’. Io trovo che sia una frase così bella: ‘Io più che amarti non posso!’. Perché mi chiedi soldi? Perché dobbiamo rendere il nostro rapporto così materiale? Ed una delle domande più importanti che non si fanno è: ‘Sei felice ragazzo mio?’, così come ci spiega molto dettagliatamente Paolo Crepet.
“Io più che amarti non posso”, queste le significative parole che ogni genitore dovrebbe rivolgere al proprio figlio, ponendo al centro della loro relazione l’amore ed il rispetto reciproco, perché attraverso il denaro possiamo comprare beni materiali ma non possiamo comprare l’affetto, il calore, l’amore che un genitore è in grado di donare incondizionatamente ed immensamente.
Occorre riaccendere nelle nuove generazioni la scintilla della passione, del desiderio, dedicando loro tempo ed attenzioni necessarie, così da trasformare i giovani in cacciatori di orizzonti, che siano in grado di saper scegliere autonomamente senza far scegliere gli altri, perché bisogna essere se stessi, senza mai farsi condizionare, senza adattarsi, ma avendo il coraggio di esprimere le proprie idee a tutti i costi, senza aver paura di esporsi o di manifestare il proprio pensiero.
“Dobbiamo avere il coraggio di spiegare ai più giovani che l’arte del vivere è un continuo e inevitabile inciampo. Per questo occorre credere in loro confidando che cadranno e sapranno rialzarsi anche oltre le loro stesse capacità. Raccontarli come una massa di fragili bisognosi di cure e di appoggio è un insulto al futuro, il loro innanzitutto. Ma anche a noi adulti”, in tal modo termina la sua riflessione Paolo Crepet.
di VALENTINA TROPEA
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