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CREPET AI GENITORI, “VOI SIETE CAPACI DI TUTTO PUR DI UCCIDERLI”, L’ IPERPROTETTIVITÀ RENDE I VOSTRI FIGLI STUPIDI.

Aggiornamento: 18 ore fa

“Bisogna portarli alle 8 e mezza, riprenderli all’una e mezza. Alle sette e venticinque hai girato lo zucchero dentro al caffelatte, perché voi siete capaci di tutto pur di ucciderli..."


Paolo Crepet, psichiatra e sociologo di fama mondiale, pone la sua attenzione sull’educazione dei giovani e soprattutto sul modo di educare di tanti genitori. Le parole che l’esperto muove verso questi ultimi sono forti. Secondo Crepet i genitori hanno un’eccessiva iperprotettività nei riguardi dei propri figli, sono sempre pronti a trovare soluzioni semplici, sono sempre pronti a sostituirsi a loro. Inoltre la mancata autorevolezza nella scuola sta portando ad un’educazione inadeguata delle nuove generazioni.

Come dichiara l’esperto nella vita si perde e si vince. È importante gioire delle vittorie ma è altresì importante saper accettare le sconfitte, metabolizzare il colpo, essere a conoscenza che esiste anche la delusione nella vita. Invece come sottolinea l’esperto per essere sicuri, abbiamo creato un tetto, un paracadute che si chiama “non classificabile”, e dietro queste parole non si nasconde l’insicurezza dei giovani bensì dei lori genitori, queste le sue parole: “Perché nella vita si perde e si vince ma noi abbiamo pensato che ci debba essere una terza cosa. La terza cosa si chiama N.C. non classificabile. “Ciao com’è la vita? N.C.” “Come vai a scuola? Non si sa” e non è dato saperlo perché poi a giugno gli vengono i traumi, bisogna chiamare i neuropsichiatri infantili.” Per Crepet questa iperprotettività, è una presenza ingombrante nella vita degli studenti. I genitori si occupano, di svegliarli non troppo presto, gli preparano la colazione e gli portano lo zaino fino all’ingresso della scuola, gesti apparentemente semplici che in prima istanza sembrerebbero solo mossi dall’amorevolezza che un genitore ha nei confronti del proprio figlio.

Ma per l’esperto non si tratta di amorevolezza, si tratta dell’insicurezza dei genitori, delle loro paure, che riversano sui loro figli compromettendo seriamente la loro indipendenza: “Bisogna portarli alle 8 e mezza, riprenderli all’una e mezza. Magari prima li hai svegliati, alle sette e un quarto, alle sette e venticinque hai girato lo zucchero dentro al caffelatte, perchè voi siete capaci di tutto pur di ucciderli. È terribile, è incredibile. Quindi siccome sono scemi, bisogna proteggerli. Ma è ovvio cosa volete? che vadano a scuola con il loro zainetto. Ma no, ci deve pensare la mamma, la nonna, la zia, tutti. Ma non lui e questo è terribile, per noi che siamo psicolabili.Ovvio! Siamo noi che non reggiamo ”.

Come abbiamo già detto dietro eccessive premure, a volte, si nascondono ansie, paure e preoccupazioni dei genitori. Il sociologo usa delle parole forti per descrivere i genitori , dice di loro che sono “psicolabili” , non saprebbero gestire bene le loro emozioni, con evidenti instabilità emotive . Siamo d’accordo sul fatto che l’iperprotettività mina l’indipendenza dei figli, ma è altresì vero che la società nella quale queste generazioni cresceranno non permette ai genitori di stare tranquilli.

Saper fare il padre o la madre è davvero difficile al giorno d’oggi, e guardare i propri figli crescere e diventare adulti, cercando di non cadere in cattive abitudini e/o cattive compagnie risulta essere particolarmente complicato. Saper dosare ed equilibrare questa iper vigilanza è importante. I genitori dovrebbero lasciar sperimentare i propri figli e allo stesso modo essere presenti quando loro lo richiedono.


di NATALIA SESSA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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