Pacifico: “La formazione incentivata non può essere solo riservata ad alcuni lavoratori e non deve assolutamente penalizzare la carriera. E poi ancora una volta ci chiediamo perché i precari devono essere sempre esclusi"

Dal comunicato di ANIEF emerge un'analisi che parte dalla formazione incentivante, che non deve in alcun caso penalizzare la carriera. Inoltre è sempre centrale nei temi trattati il tutelare i diritti dei lavoratori precari della scuola. In particolar modo si parla della Carta del Docente che ormai è diventata un diritto anche per gli insegnanti precari. Riconosciuta ad oggi ai docenti precari con contratto al 31 agosto e che lo sarà a breve per tutti i precari anche con contratto al 30 giugno. Oltre ad estendere il diritto ai docenti precari, grande risultato dell'azione sindacale, ciò che è più gratificante per gli stessi è vedere le numerose sentenze che riconoscono il rimborso della carta docenti a quanti non l'hanno ricevuta. In molti casi il tribunale riconosce rimborsi che arrivano anche a 5 anni, quindi a € 2500, come è capitato nel caso del Tribunale di Velletri ( leggi articoli ). A seguire l'analisi del sindacato Anief: Cosa c’entra la formazione del personale con la carriera? Un insegnante o un assistente amministrativo possono svolgere il loro lavoro in modo impeccabile, farsi carico di responsabilità enormi, organizzare la scuola al meglio, senza però aggiornarsi tutti gli anni. E allora? Dobbiamo penalizzarlo? Lo chiede il sindacato Anief commentando in particolare la presenza dei comitati di valutazione nel piano nazionale di formazione volontaria e incentivata per la comunità educante, in via di definizione, dedicato al personale docente e ATA già di ruolo. “La formazione incentivata – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non può essere solo riservata ad alcuni lavoratori e non deve assolutamente penalizzare la carriera. E poi ancora una volta ci chiediamo perché i precari devono essere sempre esclusi. Noi siamo convinti che l’incentivo per la formazione deve essere riconosciuto per legge a chi svolge funzioni diverse nella scuola dell'autonomia, a partire dai vicedirigenti e i collaboratori del dirigente scolastico”.
“Ad ogni modo – continua Pacifico - il sindacato dovrà essere coinvolto nella scelta dei criteri di valutazione del personale che a parità di formazione non potrà accedere ai bonus stipendiali per assenza delle risorse che dovrebbero essere stanziate per tutti coloro che ottengono un attestato valido e superano un percorso formativo con successo”. Anief ricorda che attualmente soltanto un docente su dieci con percorso triennale formativo e una valutazione positiva otterrà uno stipendio in più per un triennio e soltanto uno su cento dopo 9 anni avrà tre stipendi in più per tutta la carriera.
“Proprio oggi – conclude Pacifico – che i tribunali stanno riconoscendo la Carta del docente anche ai docenti precari e il Governo l’ha riconosciuta pure agli insegnanti con contratto in scadenza 31 agosto, l’amministrazione scolastica continua a non ritenere necessaria la formazione incentivata e pluriennale anche per il personale precario. Al fine di evitare lunghi contenziosi abbiamo le nostre ragioni per chiedere che nel piano formativo venga considerato anche al personale non di ruolo di tutte le figure della comunità educante”.
“La verità – dice Gianmauro Nonnis, vicepresidente nazionale Anief – è che gli unici punti che si salvano nell’impianto proposto sono l’esistenza stessa del piano di formazione, che negli intenti migliori dovrebbe portare a una normalizzazione dell’organizzazione dei percorsi, e il fatto che venga finalmente coinvolto il personale Ata. Detto questo, il sovraccarico derivante dall’organizzazione pluriennale dei percorsi, soprattutto in quegli istituti che ancora al mese di dicembre si trovano ad organico non completo, potrebbe mettere in crisi la base stessa del progetto formativo incentivante”.
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