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Docenti e ATA, pensione a 70 anni? Inaccettabile, sarà fondamentale il riscatto della laurea a costi accessibili. Riprende l’esame del ddl Bucalo per favorire l’uscita

"La proposta della senatrice Bucalo prevede il pagamento di soli 900 euro per ogni anno universitario svolto, a fronte di almeno 6.000 euro oggi previsti dalla normativa vigente per chi chiede il riscatto della laurea ... "

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Dopo la pausa estiva, in questi giorni riprende a Palazzo Madama l’iter di valutazione della proposta di legge n. 1413 presentata dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia) che intende favorire il pensionamento anticipato del personale docente e Ata della scuola attraverso il riscatto agevolato degli anni di studio universitari: il testo del disegno di legge è allo studio della decima Commissione permanente del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), la quale dovrà anche tenere conto dei pareri della prima (Affari Costituzionali), quinta (Bilancio) e settima Commissione (Cultura, Istruzione).

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Si tratta di un primo risultato importante, raggiunto in primis grazie all’abnegazione del sindacato Anief, promotore di una petizione nazionale, alla quale hanno aderito quasi 120.000 cittadini, finalizzata a combattere l’elevato burnout tra i lavoratori del settore introducendo il pensionamento di docenti, Ata e presidi anticipato a 60 anni di età e, appunto, con anche con il riconoscimento gratuito o agevolato degli anni di formazione universitaria.


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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “legiferare su questa norma avrebbe un valore enorme: la proposta della senatrice Bucalo prevede il pagamento di soli 900 euro per ogni anno universitario svolto, a fronte di almeno 6.000 euro oggi previsti dalla normativa vigente per chi chiede il riscatto della laurea. Con la nostra petizione nazionale, che ha raccolto quasi 120 mila firme in pochi mesi, che arriva dopo l'assicurazione sanitaria introdotta attraverso il decreto PA, avevamo chiesto la gratuità dell’operazione, ma riteniamo che la proposta di legge della senatrice Bucalo rappresenti un buon compromesso: con uno sforzo economico quasi dieci volte minore, il lavoratore della scuola infatti potrebbe farsi valere 4-5 anni preziosissimi per anticipare l’uscita dal lavoro: una necessità che si fa sempre più impellente considerando, soprattutto dopo i 60 anni di età, l’elevato burnout presente tra i lavoratori del comparto Scuola”.


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LA PROPOSTA

La senatrice Carmela Bucalo ha spiegato che la sua interessante iniziativa legislativa, “annunciata nella seduta del 6 marzo 2025, mira a valorizzare il percorso formativo di docenti e ricercatori, riducendo i costi attualmente richiesti dall’INPS per il riscatto della laurea”. Con la proposta di legge, la senatrice intende fare riconoscere la “dignità e la peculiarità del lavoro svolto” da insegnanti, personale tecnico e amministrativo e figure operanti in università, accademie, conservatori ed enti di ricerca. L’obiettivo è anche quello di favorire un “ricambio generazionale di massa” per garantire una formazione adeguata e di elevata qualità alle future generazioni: la proposta di legge prevede infatti una riduzione dell’aliquota al 5%, abbassando l’onere a poco più di 900 euro per anno di studi. Attualmente, il costo per il riscatto della laurea si aggira intorno ai 6.076 euro per ogni anno di corso.  Potrebbero usufruirne circa 1,2 milioni di dipendenti del comparto istruzione e ricerca, inclusi quelli a tempo determinato o temporaneamente disoccupati.


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Il sindacato Anief ricorda, infine, che la proposta di legge diventa ancora più importante a seguito del prossimo probabile innalzamento dell’età per lasciare il lavoro, che salvo ripensamenti scatterà per tutti il primo gennaio 2027: serviranno 3 mesi in più per andare in pensione di vecchiaia (67 anni e tre mesi) e probabilmente anche in pensione di anzianità (43 anni e un mese di contributi, un anno in meno per le donne). Ogni biennio, come prevede la legge, ci sarà un adeguamento: guardando allo scenario demografico mediano dell’Istat (base 2024), l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe superare i 68 anni nel 2037 e i 69 anni nel 2051.


LA PETIZIONE ANIEF

La petizione Anief vuole riconoscere al personale docente e scolastico la stessa finestra per la pensione di limite anagrafico a 60 anni prevista per il personale delle forze militari (d.lgs. 66/2010) e di polizia (d.lgs. 334/2000), con la possibilità, a domanda, di permanere in servizio anche con compiti di tutoraggio e orientamento per i neo-assunti, con incentivi, fino a 67 anni.

La petizione chiede per il personale docente e scolastico anche lo stesso riscatto gratuito degli anni universitari di valore legale della laurea, previsto per gli ufficiali delle forze militare dall'art. 32 eel DPR 1092/1973, in quanto titolo di accesso alla professione.


L'ultimo rapporto dell'ARAN sull'età anagrafica dei dipendenti della pubblica amministrazione nel 2021 conferma il progressivo invecchiamento del personale docente e scolastico, rispetto all'attuale riforma delle pensioni che prevede il pensionamento dopo quasi 44 anni di contributi o il limite anagrafico di quasi 68 anni di età.

Il personale docente e scolastico della scuola italiana è il piu vecchio in Europa e nel mondo, per il 77,4% è di sesso femminile.

235.741 unità rano in servizio a scuola nel 2021 con un'età over 60 (18 6%), a dispetto di quanto avveniva nelle forze di polizia con 2.296 unità (0,8%) e nelle forze armate con 186 unità (0,1%),  in ragione della specificità dell'ordinamento militare, del rischio, ma a dispetto del burnout che non è riconosciuto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico.

Per superare il gap generazionale tra studenti e insegnanti, svecchiare il corpo docente, intervenire sul burnout, pertanto, il sindacato Anief ritiene necessario modificare le norme sull'accesso alla pensione e sul riscatto gratuito degli anni di formazione del personale docente e scolastico.

Il tuo supporto può spingere il Governo e il Parlamento a cambiare la norma anche per superare i rilievi opposti dalla Consulta nella sentenza n. 270/2022 per i Funzionari delle forze di Polizia, e a far riconoscere la professionalità e la peculiarità del lavoro del corpo insegnante e di tutto il personale scolastico.


di LA REDAZIONE




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