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Crepet: Il merito è tutto. La scuola non è un gioco: senza impegno non si ottiene nulla e il voto ci accompagna per tutta la vita

Aggiornamento: 24 lug

Paolo Crepet torna a parlare con forza di impegno e responsabilità. In un momento in cui il concetto di "merito" divide l’opinione pubblica, il noto psichiatra ribadisce: Non si ottiene nulla senza sforzo...

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Durante un’intervista a “Radio radio”, il noto psicologo e sociologo Paolo Crepet, ha affrontato un tema molto caldo in questo periodo: il merito. Come dichiara l’esperto, lo studio è il lavoro degli studenti, questi devono concentrarsi su quello senza trovare scuse e altre scorciatoie, queste le sue parole: “Mi sembra abbastanza logico pensare che la scuola sia il mestiere del luogo dove si lavora per i giovani. Uno va in ufficio, va in banca, va in un negozio. Il figlio fa il lavoro di andare a scuola a fare quello che deve fare”. Ovviamente, ogni lavoro presuppone un giudizio, un voto e soprattutto un merito. La domanda di Crepet è chiara: “Ma cosa avete contro il giudizio? Io non lo capisco”.

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Per il sociologo è importante che i giovani capiscano che senza lavoro non si può pretendere di ottenere qualcosa in cambio, ed è altrettanto importante per Crepet che ognuno nella società si assuma la responsabilità di ciò che sta accadendo, a tal proposito dichiara: “Dobbiamo chiederci se la comunità nostra ha come priorità l’educazione, e non c’è niente di male nel dire di no, anzi è coerente con quello che sta accadendo. Domandiamoci se tutti noi : nonni, genitori, maestri, industriali, siamo capaci di educare”.

Tornando sul merito Crepet afferma che la valutazione è presente in tutte le circostanze e situazioni della vita. Una fidanzata/o ci dà un giudizio, al lavoro veniamo giudicati sul nostro operato, in famiglia altrettanto.

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Oggi siamo in un momento terrificante, abbiamo delle prospettive economiche non facili. Come ne usciamo? Con il merito. Se qualcuno pensa ai miracoli si rivolge al santo protettore”. È inutile girarci intorno Crepet ribatte sempre sullo stesso concetto, per ottenere qualcosa bisogna lavorare sodo.

Riportando l’attenzione sull’esame di maturità, in particolare su ciò che è accaduto nell’ultimo periodo, con le “scene mute” di Maddalena, Pietro, Gianmaria…Crepet ha affermato: “Questi episodi sono 4/5 ragazzi o ragazze a fronte di migliaia e migliaia che sono andati lì, magari anche molto preparati e molto orgogliosi della bella prestazione e non sono stati lì a sputare sulle medaglie che hanno ricevuto”, l’esperto conclude il suo intervento con una frase forte e aspra non apprezzare il voto, fare “scena muta” non solo crea dei danni ai ragazzi per quanto riguarda il loro futuro, ma vuol dire anche non avere rispetto dell’organizzazione e della mole di persone che si mettono in moto in ogni scuola, ogni anno per poter permettere l’accesso agli esami di maturità.

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di NATALIA SESSA

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