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Pellai: “Diventare Miss a 13 anni significa non comprendere che l'unica cosa che non deve accadere è mettere il corpo al centro della costruzione del proprio valore e della propria identità"

Aggiornamento: 19 ago

La notizia di una giovane tredicenne divenuta Miss ci fa comprendere come un'adolescente non possa essere considerata solo in funzione del corpo che viene mostrato ed altresì induce a pensare che…

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Nella moderna società si assiste ormai ad una classe adolescenziale concentrata più sulla forma che sulla sostanza. A chi di noi non capita quotidianamente di incrociare giovani ragazze fossilizzate solo ed esclusivamente sull'aspetto fisico ed esteriore?! Si tratta di una prassi comune che tende alla spettacolarizzazione e a fare delle adolescenti le protagoniste di mere esibizioni estetiche.

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Invero, negli ultimi giorni, si è diffusa la notizia di una giovane Miss dell'età di 13 anni e ciò ha suscitato non poco scalpore.

La tredicenne, sfilando in bikini e tacchi alti, è salita sul palco e si è rivolta alla giuria descrivendosi così: "Ho 13 anni, sono una ragazza molto determinata e piena di sogni, vorrei fare la modella e già da oggi i social mi danno una spinta in più per credere a me stessa".

A tal fine Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, sottolinea come a 13 anni “l'unica cosa che non deve accadere è mettere il corpo al centro della costruzione del proprio valore e della propria identità, perché quel corpo si sta trasformando, ma soprattutto si sta costruendo come immagine mentale".

La notizia di una giovane tredicenne divenuta Miss ci fa comprendere come un'adolescente non possa essere considerata solo in funzione del corpo che viene mostrato ed altresì induce a pensare che la famiglia debba impedire che quella stessa immagine del proprio corpo diventi un valore di vita.

"La notizia che i media raccontano oggi di una Miss tredicenne data in pasto ai social media, dice moltissime cose della fragilità educativa del mondo adulto", così come dichiarato espressamente da Alberto Pellai.

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Tuttavia la causa principale della fragilità non è da rinvenire solo nei genitori ma in tutto il contesto socio-culturale in cui viviamo.

"Pensare che ragazze in età precoce debbano candidarsi a concorsi di bellezza, significa non sapere nulla dei reali compiti evolutivi e dei bisogni educativi in un tempo così delicato della vita, come è la preadolescenza", in tal modo lo psicoterapeuta dell’età evolutiva continua la sua profonda riflessione.

È necessario, dunque, che i genitori riacquistino la loro funzione educativa e siano in grado di proteggere i propri figli dalla mera esibizione e spettacolarizzazione, affinché possano recuperare il vero significato dei valori e della crescita evolutiva.

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di VALENTINA TROPEA

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