Crepet: “È la libertà che insegna a non fermarsi, a non illudersi per un successo e non deprimersi per un fallimento perché ci sono sconfitte fertili e vittorie insidiose.La libertà non si ripete mai"
- La Redazione

- 3 ott
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Aggiornamento: 4 ott
"È la libertà che insegna a non fermarsi, perché il buio in cui si tramuta una bella giornata di sole non è negazione di luce, ma una condizione a cui i nostri occhi possono adattarsi per riorientarsi..."

L’idea stessa di cambiamento porta con sé il coraggio di guardare oltre l’orizzonte, così da ritrovare se stessi, mettendo da parte paure ed incertezze che non fanno altro che paralizzarci, riscoprendo i nostri sogni ed il desiderio di realizzarli senza mai arrendersi alle avversità, imparando a guardare il mondo con occhi nuovi e coltivando il coraggio di chi è in grado di rialzarsi dopo ogni caduta.
Tuttavia uno dei pericoli più invisibili e difficili da combattere nelle società avanzate risiede proprio nel rischio di abituarsi alla libertà così come ribadisce con grande lucidità Ágnes Heller: il rischio, in questo nuovo millennio, è abituarsi alla libertà, ritenerla patrimonio perenne, mentre viviamo in un’epoca in cui ciò che abbiamo ereditato dev’essere difeso, come la dignità, la serenità, il clima del pianeta.
Attraverso tale citazione il sociologo e psichiatra Paolo Crepet vuole farci comprendere come “la libertà autentica è virale: contagia, a patto però che la si rinnovi continuamente. E la creatività, che ne è figlia, riesce a modernizzare, riconfermandone l’identità, ciò che è assopito, diluito nelle nostre coscienze”.
Anche i sentimenti più belli vanno sempre reinventati perché non sono imperituri ma occorre meritarseli ogni giorno.
Occorre, dunque, ribadire l’importanza della libertà a chi da troppo tempo ha occhi avvezzi agli stessi colori, a chi ha uno sguardo distratto, attratto solo da grandiosità e gusto estetico,
“Dunque, occorre pensare alla libertà come a un masso di marmo che ogni giorno deve essere scolpito diversamente: ma se ciò è vero, ci si dovrebbe chiedere come mai ci sono persone che detestano l’idea stessa del cambiamento. Eppure, l’uomo dovrebbe conoscere un sentimento che lo aiuta a capire quando ha perso lo slancio vitale e quando la replicabilità è diventata caratteristica di una quotidianità laconicamente prevedibile. Un sentimento che assomiglia a una spia sul cruscotto dell’auto: segnala un’anomalia, avverte di un pericolo”, queste le significative parole dello psichiatra attraverso le quali capire come la libertà sia paragonabile ad un masso di marmo che deve essere scolpito e modellato in maniera differente ogni giorno.
Tale sentimento strategico, al quale fa riferimento lo psichiatra, e che avverte di un pericolo si chiama nausea, un antidoto alla normalizzazione della nostra quotidianità. Tale rimedio potrà determinare o l’adattamento o la ribellione.
Ci sono persone, infatti, che alla noia si abituano facilmente; cambiare per loro è molto doloroso e preferiscono rassegnarsi al loro destino avverso e ostile.
Ma per fortuna c’è anche chi prende coscienza della noia e decide di ribellarsi, discostandosi da una ripetitività paralizzante, coltivando la “speranza che nasce dall’indignazione e dal coraggio di provare a sbloccare il corso della propria esistenza”.
D’altronde “è la libertà che insegna a non fermarsi, perché il buio in cui si tramuta una bella giornata di sole non è negazione di luce, ma una condizione a cui i nostri occhi possono adattarsi per riorientarsi se – come ci ha insegnato Marguerite Yourcenar – si dà loro il tempo necessario per ricominciare a distinguere nell’oscurità ciò che non si conosce. Allora scopri che perfino il buio può trasformarsi in una tavolozza d’infinite sfumature, libere associazioni cromatiche, fantasie inebrianti”, così come evidenziato da Paolo Crepet con forza e determinazione senza mai alcuna esitazione.
La libertà permetterà di non lasciarsi condizionare neppure dalla luce, consentirà di non illudersi per un successo e non deprimersi per il buio di un fallimento, perché ci sono sconfitte fertili e vittorie insidiose. La libertà permette di conoscere e scoprire l’impensabile novità; la libertà, pertanto, non si ripete mai.
In una società come la nostra, vivendo compulsivamente, si tende a cercare conforto in ciò che sa già, si fanno domande che contengono già le risposte, ma solo la libertà è in grado di spezzare le catene della nostra mediocrità inventando ogni giorno una nuova ambizione.
di VALENTINA TROPEA






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