Secondo i dati rilevati dai 21 ospedali sentinella della Fiaso (21 strutture sanitarie e ospedaliere e 4 ospedali pediatrici), si rileva un’importante crescita del numero di ospedalizzazioni da coronavirus. Si rileva in particolar modo l’incremento delle ospedalizzazioni per pazienti non vaccinati: nel periodo compreso tra il 7 dicembre e il 28 dicembre, la percentuale rilevata è pari al 47%, al fronte di un 19% che resta stabile per i pazienti vaccinati.
Per i reparti ordinari, la percentuale dei pazienti non vaccinati è pari al 54%. Il 72% dei pazienti ricoverati ma vaccinati soffre di patologie gravi, al fronte del 47% dei pazienti non vaccinati che soffre però di altre malattie.
LA SITUAZIONE DELLE TERAPIE INTENSIVE
Negli ospedali sentinella della Fiaso, le terapie intensive hanno registrato un aumento del 18%.
Sono 21,6% i non vaccinati in rianimazione in contrasto con il 10% dei vaccinati.
Totale posti letto occupati nelle terapie intensive:
71% occupato da soggetti non vaccinati (21-85 anni);
29% occupato da soggetti vaccinati (35-90 anni), di cui l’84% aveva completato il primo ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, senza aver ancora eseguito la terza dose.
PAZIENTI PEDIATRICI
Cresce la percentuale dei pazienti under 18: 46% tra il 21-28 dicembre. Il 56% ha un'età compresa tra 0 e 4 anni, mentre il restante 44% tra 5 e 18 anni (nessuno con completamento del ciclo vaccinale primario).
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE FIASO, GIOVANNI MIGLIORE
“In questa fase occorre guardare meno al numero di tamponi positivi e di contagi e focalizzare l’attenzione sugli ospedali che danno davvero il passo dell’epidemia. Assistiamo a un incremento dei ricoveri ma di gran lunga inferiore rispetto ai numeri di un anno fa; le Aziende sanitarie e ospedaliere hanno comunque predisposto, in linea con quanto richiesto dal Ministero della Salute, piani per l’attivazione di posti letto in base all’andamento dei ricoveri. I numeri ci restituiscono il quadro di una pandemia che colpisce e corre soprattutto tra i non vaccinati e che tra chi non ha la protezione del vaccino determina le più gravi conseguenze. La copertura vaccinale più elevata riduce, infatti, sia la frequenza dell’ospedalizzazione sia dell’accesso in terapia intensiva. Per questo bisogna andare ancora avanti con la campagna vaccinale e accelerare sulla somministrazione delle terze dosi che rappresentano uno scudo importante contro la malattia da Covid”.
di VALENTINA ZIN
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