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CCNI FMOF: la Gilda non firma il contratto, Castellana: "Riteniamo inammissibile il perpetuarsi di una situazione desolante per i docenti, con la progressiva riduzione dei fondi a loro destinati"

"Per tutti questi motivi abbiamo ritenuto opportuno non sottoscrivere il CCNI, convinti che un’azione concreta possa porre le basi per un ... "

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Questa mattina si è svolto presso il MIM l’incontro sul Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, FMOF, per l’a.s. 2025/2026.

La FGU-Gilda degli Insegnanti, presente con la propria delegazione, non ha firmato il contratto integrativo, una decisione che si pone in continuità con una posizione già assunta nei precedenti anni, anzi, già nel 1999 la Gilda è stata l’unica OO.SS a non aver firmato neppure il CCNL che istituiva il fondo di istituto, perché convinti che alla scuola non occorra un fondo di produttività.

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“Oggi non abbiamo firmato il contratto sul FMOF perché riteniamo inammissibile il perpetuarsi di una situazione desolante per i docenti, con la progressiva riduzione dei fondi a loro destinati e il loro utilizzo prevalentemente a vantaggio delle posizioni organizzative, piuttosto che delle attività di insegnamento. Chiediamo che le risorse del FMOF siano piuttosto fatte confluire nello stipendio degli insegnanti”. E’ quanto dichiara il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana.


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Al tavolo delle trattative la FGU ha chiesto una suddivisione chiara delle risorse assegnate alle scuole sulla base del numero dei docenti, personale educativo e personale ATA: per dirimere la grave conflittualità che si crea all’interno delle contrattazioni di Istituto proprio sulle percentuali di distribuzione e che nulla ha a che fare con la valorizzazione del personale.

La FGU ha posto inoltre l’attenzione sulle risorse finalizzate ai corsi di recupero, che in mancanza di un vincolo di destinazione nella maggioranza delle scuole, vengono distolte dall’attività di insegnamento e destinate a remunerare altre attività.

“Per tutti questi motivi – chiosa Castellana – abbiamo ritenuto opportuno non sottoscrivere il CCNI, convinti che un’azione concreta possa porre le basi per un ascolto più partecipato da parte delle istituzioni”.


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di LA REDAZIONE




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