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ZUPPI, "LA PACE NON È UN SOGNO. GLI INSEGNANTI HANNO IL DOVERE DI FAR RIFLETTERE GLI STUDENTI SUI DIRITTI UMANI PER GUARDARE AL FUTURO CON SPERANZA"

“L’esperienza dei giovani ucraini accolti a Castel Volturno diventa così un laboratorio vivo di pace e riconciliazione, da portare dentro le classi come esempio di resilienza, coraggio e umanità condivisa...”

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani accoglie con grande attenzione le parole del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, pronunciate ieri, 12 agosto, presso il Centro Fernandes di Castel Volturno, durante l’incontro con un gruppo di giovani ucraini accolti nel progetto nazionale “È più bello insieme” promosso da Caritas Italiana.

Il card. Zuppi ha ricordato che “la pace non è un sogno. Significa guardare al futuro con speranza”, invitando i giovani – e con loro intera comunità – a comprendere la guerra non solo come un evento geopolitico, ma come un’esperienza che ferisce profondamente la dignità e la quotidianità delle persone. La guerra, ha spiegato, “riduce tutto, a volte anche noi stessi, a un’esistenza sbiadita, priva di colori”, mentre la pace è la possibilità di guardare l’altro con fiducia, responsabilità e gioia, coltivando la speranza di un futuro condiviso. Il CNDDU ritiene che questo messaggio abbia un valore educativo universale: trasmettere nelle aule scolastiche la visione di una pace attiva, concreta e partecipata, capace di trasformare la paura e la rassegnazione in impegno civile e solidarietà.

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 La scuola, come luogo di formazione dei cittadini del domani, ha il dovere di far riflettere gli studenti sul fatto che “anche i grandi devono fare cose grandi”, sottolineando come ogni scelta di responsabilità contribuisca alla costruzione di una società più giusta e umana.

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Invitiamo quindi tutti i docenti a far proprio questo insegnamento, integrandolo nei percorsi di educazione ai diritti umani: non solo come concetto astratto, ma come pratica quotidiana di ascolto, empatia e rispetto reciproco. L’esperienza dei giovani ucraini accolti a Castel Volturno diventa così un laboratorio vivo di pace e riconciliazione, da portare dentro le classi come esempio di resilienza, coraggio e umanità condivisa.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ribadisce la necessità di far sì che la scuola diventi un luogo dove la memoria del dolore e la speranza del futuro si incontrano, affinché le nuove generazioni comprendano che la pace è un impegno concreto, non un ideale lontano.

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di NATALIA SESSA

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