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Tupini: “Dove nasce davvero l’autostima dei figli?” La riflessione che fa discutere e diventa virale ( VIDEO )

La psicologa Gabriella Tupini: amare davvero un figlio significa accoglierlo per ciò che è, non per ciò che vorremmo che fosse.

Amare vuol dire accettare l’altro, con pregi e difetti, avere cura e premura della sua felicità. Questo concetto lo spiega in maniera dettagliata Gabriella Tupini, psicologa nota  grazie ai suoi canali Facebook e YouTube. Gabriella Tupini, saggiamente racconta il difficile rapporto tra genitori e figli, un rapporto fatto spesso di incomprensioni soprattutto caratteriali.  

Nella stretta relazione tra genitore e figlio sussiste però una consapevolezza forte, ovvero, né genitori e né figli, possono essere scelti. Quando questa consapevolezza viene a mancare, manca anche l’equilibrio tra le diverse parti, che costituisce la base di partenza per instaurare un rapporto sano. Questo rapporto prende forma sin da subito in maniera spontanea, quasi naturale, ma è importante lavorarci  insieme per far sì che porti dei buoni frutti. Il rapporto tra genitore e figlio è il fondamento primo dell’individualità del bambino, determina la sua relazione con gli altri e con il mondo. L’esperta in un suo video si sofferma ad analizzare l’autostima, caratteristica imprescindibile di ogni essere umano, che influenza ogni sfera, ma in particolar modo, quella sociale.

Queste le parole dell’esperta: “L’autostima deriva dalla stima che i genitori hanno avuto di noi: Qual è la stima che  possono aver avuto i genitori di noi, perché siamo stati bravi, perché siamo stati belli, perché siamo stati obbedienti ? No. Perché ci amavano, perché ci hanno conosciuto, perché hanno palpitato per noi, perché sono stati attenti alla nostra salute, al fatto che stessimo bene, al fatto che ci vedessero sorridere. Questa doveva essere la preoccupazione dei genitori”. Come si può ben capire dalle parole dell’esperta tutto è racchiuso in un’unica e fondamentale parola, L’accettazione. 

Accettare prima di tutto il figlio, capire i suoi disagi , da dove derivano, essere a conoscenza delle sue aspirazioni, dei suoi sogni  e non quelli che il genitore vorrebbe che il figlio avesse. Essere genitore non è semplicemente un ruolo austero, freddo è molto di più, continua il suo intervento Gabriella Tupini: “Se i genitori non hanno avuto queste preoccupazioni, ma hanno avuto solo la preoccupazione di aver fatto il loro dovere, allora, non hanno capito niente dei figli”. Entrare in empatia con il figlio, accogliere le sue fragilità, il suo carattere, le sue idee a volte risulta difficile per un genitore ma è tutto necessario al fine di aiutare la crescita di un individuo indipendente e autonomo, ma prima di tutto felice. 


di NATALIA SESSA

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