TUPINI, “Bisogna perdonare i genitori?" La risposta dell’esperta che rompe i tabù e diventa virale
- La Redazione
- 18 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 giu
Gabriella Tupini, psicoanalista e scrittrice, offre una riflessione potente su amore, perdono e ferite dell’infanzia. Un messaggio che scuote i genitori e dà voce ai figli.

La psicologa che sta diventando virale sui social è Gabriella Tupini, psicoanalista e scrittrice italiana. In un suo video pubblicato su YouTube ha sollevato non poche polemiche su un tema che riguarda da vicino tutti: genitori e figli. La domanda che l’esperta si pone è: “Bisogna perdonare i genitori?”
La risposta, per molti, sarebbe scontata e ricadrebbe in un ovvio “Sì”. Ma per l’esperta, invece, la risposta corretta è: “Dipende. Dipende da cosa hanno fatto i genitori. Se parliamo di perdono, significa che ci sono state delle mancanze.”
Proprio come sottolinea Tupini, non sempre è facile perdonare, soprattutto i genitori. Spesso lo si fa per obbedienza, perché sappiamo che è giusto. Ma il nostro bambino o bambina interiore si porterà dietro le fratture e le insicurezze create nell'infanzia o nella preadolescenza per tutta la vita. Perdonare davvero, coglierne il significato profondo, è un processo lungo e delicato. Come afferma la psicoanalista:
“Per-dono vuol dire: io ti dono qualcosa senza fartela pagare. Il perdono è un comandamento d’amore, e noi siamo peccatori in questo.”
Aggiunge poi: “Se io dico a qualcuno che deve amare, non ho capito niente. Perché nessuno può ordinare alla propria mente di amare.” L'amore è un sentimento che nasce spontaneo. È naturale, libero, sincero. Non può essere imposto né forzato. Questa regola vale per tutte le relazioni, compresa quella tra genitori e figli. “Se un genitore ci ha amato, viene spontaneo amarlo. Se un genitore non ha amato, i figli non lo ameranno.”
Una frase forte, d’effetto, quella pronunciata da Gabriella Tupini. Ma è importante leggerla con attenzione per coglierne il vero significato. Per “genitore che non ama” si intende colui che, pur senza cattiveria, impone delle scelte al figlio, ritenendole giuste, senza permettergli di sperimentare, di mettersi alla prova.
Così facendo, il figlio entra in uno stato di confusione. È come un equilibrista, in bilico tra ciò che i genitori ritengono giusto e ciò che invece urla il suo cuore.
A tal proposito, l’esperta racconta: “Il bambino spesso viene confuso dai genitori. Innanzitutto, non gli si permette di avere le proprie idee. Se dice ‘io questo non lo voglio fare, solitamente i genitori si oppongono.”
E aggiunge: “Basterebbe semplicemente chiedere: ‘Perché? Cos’è che non ti va bene?’. Non si risponde: ‘È così perché lo dico io’. Questa è una mancanza d’amore verso il figlio, che non riesce a capirla.”
Il dialogo tra genitori e figli è forse il più complicato da instaurare e da mantenere nel tempo. È un rapporto in continua evoluzione e crescita. Renderlo statico e poco flessibile compromette la fiducia e il rispetto reciproco. Genitori e figli dovranno collaborare vicendevolmente per tutta la vita. “Pochi figli amano i genitori, per il semplice fatto che pochi genitori amano davvero i figli.”
Ancora una volta Gabriella Tupini non risparmia il suo approccio critico. Ma è fondamentale capirne il significato. Amare, come spesso abbiamo ricordato, significa anche saper lasciar andare. Un concetto difficile da accettare per molti genitori, convinti di desiderare “il meglio” per i propri figli.
Vorrebbero una carriera di successo per loro, vorrebbero proteggerli da ogni fatica o sacrificio. Ma lasciarli andare è necessario, affinché possano correre il rischio di essere felici.Perché spesso, una posizione lavorativa di prestigio non è ciò che desiderano davvero. E l’obbligo, l’imposizione, rendono il percorso verso l’autorealizzazione ancora più difficile. Oltre a danneggiare il rapporto genitore-figlio.
È fondamentale instaurare una relazione solida, fondata sull’ascolto, sul dialogo e sull’empatia reciproca, sin dall’infanzia.
Come afferma Gabriella Tupini: “Ai bambini non è necessario fare alcuna imposizione. Se gli spieghiamo il perché di alcune cose, lo capiscono. I genitori non hanno la pazienza di spiegare.”
Questa mancanza di pazienza nasce spesso da ciò che il genitore stesso ha imparato da bambino. È una reiterazione di comportamenti ereditati, come precisa l’esperta: “I bambini intendono benissimo con il ragionamento. Anche perché sanno se gli state dicendo la verità o meno. Lo sentono. E se sentono che non siete contro di loro, vi ascolteranno.”
di NATALIA SESSA
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