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Supplenti brevi senza stipendio da mesi: costretti a chiedere prestiti per pagare le bollette a fine mese o le rate del mutuo. Occorre far fronte a tale situazione INACCETTABILE E INTOLLERABILE

La situazione dei supplenti brevi che non ricevono lo stipendio ormai da mesi appare davvero delicata ed estremamente...

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La situazione dei supplenti brevi che non ricevono lo stipendio ormai da mesi appare davvero delicata ed estremamente difficile da affrontare.

Gestire congruamente il pagamento degli incarichi di supplenza breve si conferma, ancora nel 2025, una delle operazioni più complesse per le segreterie scolastiche.


Nuovo cruscotto “Supplenze brevi e saltuarie”

A tal proposito si ricordi che a partire dal 15 settembre 2025 è attivo, all’interno del sistema informativo SIDI, il nuovo cruscotto “Supplenze brevi e saltuarie”.

Il cruscotto è stato ideato come strumento di supporto alle istituzioni scolastiche, con l’obiettivo di rendere più agevole e trasparente l’attività di rilevazione, consultazione e analisi dei dati relativi alle supplenze brevi e saltuarie.

In particolare, ciascuna istituzione scolastica potrà consultare i propri dati e confrontarli con la media delle scuole appartenenti alla medesima tipologia, contribuendo ad una consapevole programmazione delle risorse.

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Nonostante tale strumento di supporto, però, le problematiche relative ai pagamenti permangono e sono innumerevoli le segnalazioni ai sindacati da parte di supplenti che svolgono adeguatamente il loro lavoro, garantendo la continuità didattica, senza però ricevere regolarmente lo stipendio.

La situazione appare ormai insostenibile e intollerabile.

Numerose le testimonianze di docenti che, non riuscendo a far fronte a tale drammatica situazione e non percependo il loro stipendio, sono costretti a chiedere prestiti ad amici, parenti, conoscenti, pur di pagare le bollette a fine mese oppure le rate del mutuo.


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Mirko, ad esempio, è un insegnante di italiano, storia e geografia in una scuola media di Firenze che da settembre non riceve il suo stipendio e teme di rivivere l’incubo dello scorso anno.

"Sono terrorizzato. L’anno scorso, il primo pagamento mi è arrivato dopo tre mesi, poi altri due mesi di attesa, e così per tutto l’anno. Ora sta succedendo di nuovo", queste le parole dell'insegnante.

Per far fronte ai pagamenti urgenti, Mirko ha dovuto chiedere un prestito a una persona vicina: "L’anno scorso ce l’ho fatta solo grazie a questo aiuto, altrimenti non ce l’avrei fatta. Le bollette e i mutui non aspettano nessuno».

L'insegnante, inoltre, ha così dichiarato: "Quando sono con i ragazzi sto bene, ma appena esco mi assale la rabbia. È assurdo che chi lavora per lo Stato debba sopravvivere con prestiti o favori. Mi chiedo sempre come sia stato possibile arrivare a una situazione del genere".

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Il sindacato Anief ha ricevuto numerose segnalazioni di docenti in tutta Italia e Maria Guarino ha così dichiarato:

"All’inizio dell’anno abbiamo ricevuto due tipi di segnalazioni. Da un lato i neo-immessi in ruolo, per i quali alcune segreterie hanno trasmesso in ritardo i contratti; dall’altro, i supplenti brevi, che a differenza dei docenti di ruolo o annuali vengono pagati direttamente dalle scuole. Ma spesso le scuole non ricevono in tempo i fondi dal ministero, che li sblocca in ritardo rispetto alle scadenze previste. Il risultato concreto è che i docenti restano senza stipendio».


Gli insegnanti, a causa di tempistiche troppo lunghe, spesso rinunciano a far ricorso perché lo stipendio arriva solo dopo due o tre mesi e così sono costretti a sopravvivere solo grazie a prestiti o all’aiuto dei familiari.


Occorre, pertanto, far fronte a tale situazione inaccettabile ed intollerabile: i docenti, infatti, non riescono a vivere dignitosamente, dovendo chiedere sostentamento economico e supporto ai loro familiari oppure alle persone più care, non riuscendo spesso a provvedere alla loro famiglia.


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di VALENTINA TROPEA




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