Sostegno INDIRE: slitta a settembre, è ufficiale. Proroga per la rinuncia dei titoli esteri al 21 luglio
- La Redazione
- 20 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Confusione e poche certezze, si conferma quanto avevamo anticipato nei giorni scorsi. E il dubbio si insinua tra i docenti, ma questi Corsi di Specializzazione si faranno?

Con una nota ufficiale del 20 giugno, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato che la scadenza per la rinuncia al titolo estero di specializzazione (passaggio necessario per accedere ai corsi da 36 CFU) è stata prorogata al 21 luglio 2025, rispetto alla precedente scadenza del 25 giugno ( CLICCA QUI ).
Quindi è arrivata la conferma che tutti, o quasi tutti, temevano: i percorsi non partiranno prima di settembre. Un ritardo che complica uno scenario già tortuoso. L'amarezza tra i triennalisti e gli specializzati all'estero è tanta,, considerato che in origine si ipotizzava l’avvio per febbraio 2025 con una conclusione a giugno e relativo inserimento in prima fascia già nel nuovo anno scolastico. A oltre un anno dall’annuncio del Ministro Valditara della cosiddetta “rivoluzione del sostegno”, la situazione si fa sempre più incerta. La confusione regna sovrana. Una notizia che arriva in un momento in cui tante università stanno timidamente pubblicando bozze di bandi ( CLICCA QUI E VISUALIZZA I BANDI DELLE UNIVERSITÀ ), spesso confuse e con carattere di non ufficialità.
Come anticipato slitta tutto a settembre: tra selezioni, graduatorie e immatricolazioni. Una situazione paradossale, visto che questo primo ciclo sarebbe potuto partire a febbraio e concludersi a giugno, permettendo ai docenti di inserirsi in prima fascia già nel 2025. Ma purtroppo è inutile "piangere sul latte versato". Ad oggi, l’interrogativo più serio è: si faranno davvero i corsi INDIRE per i triennalisti e per gli specializzati all’estero?
Quello che doveva essere un percorso semplificato, accessibile e tempestivo si sta trasformando in un calvario burocratico, tra proroghe, bandi non ufficiali e totale assenza di chiarezza sui tempi.
I docenti attendono risposte concrete. Ma mentre si parla di digitalizzazione e valorizzazione della professionalità, la realtà è fatta di attese estenuanti e confusione crescente.
E la tanto proclamata “rivoluzione del sostegno”? Non solo non parte, ma ormai non resta nemmeno sulla carta. Anche quest’anno, tra i banchi, ci saranno gli stessi 85.000 docenti sprovvisti di specializzazione. Un epilogo che si sarebbe potuto evitare se i corsi fossero rimasti aperti e non a numero chiuso.
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