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Sara Campanella è dottoressa, l'Università di Messina conferisce la Laurea in "Tecniche di Laboratorio Biomedico" in sua memoria

"Sara credeva nell'amore vero, che non significa possesso, ma libertà. Oggi, la comunità accademica riconosce il valore dei suoi studi..."

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L'Università di Messina ha ospitato, stamane, la seconda delle due giornate dedicate alla memoria di Sara Campanella, studentessa del Corso di Laurea triennale in 'Tecniche di Laboratorio Biomedico', vittima di femminicidio lo scorso mese di marzo. 

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Nell'Aula Magna del Rettorato, è stata conferita la Laurea alla memoria della ragazza originaria di Misilmeri, alla presenza dei familiari, della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, dei proff. Sergio Vinci (Direttore Dipartimento BIOMORF), Massimiliano Berretta (Relatore che Sara aveva scelto per la sua tesi), Pasqualina Laganà (Coordinatrice del Corso di Laurea), del dott. Fabio Corbino (Presidente Nazionale dell'Ordine dei Tecnici di Laboratorio Biomedico), di 35 colleghi di Corso, tra cui la studentessa Martina Giandinoto (che ha esposto la tesi della giovane), dei docenti del CdL, di vari esponenti della comunità accademica e di diverse autorità civili, militari e religiose riuniti per un momento di riflessione e raccoglimento.


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" Oggi ci troviamo in quest'Aula Magna - ha affermato la Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari – per un momento di profonda riflessione collettiva che unisce tutta la comunità accademica alla famiglia di Sara ma, soprattutto, ci consente di conferire alla nostra giovane studentessa ciò che merita, ovvero, la Laurea triennale in 'Tecniche di Laboratorio Biomedico'. Quanto accadutole rappresenta un immenso dolore che pervade tutti noi e questo conferimento non è solo un atto simbolico ed etico, ma anche la giusta conclusione di un percorso che testimonia l'impegno,  la preparazione, la dedizione e la bravura di Sara. Lei era una ragazza brillante, empatica, integra, con la vocazione alla cura dell'altro, qualità che esprime l'essenza stessa delle professioni sanitarie.

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Gli Atenei, luoghi di crescita e di incontro per eccellenza, non possono essere estranei al tema della violenza di genere, fallimento culturale capace di insinuarsi ovunque che va contrastato non solo con la formazione, ma anche con l'esempio quotidiano. La cultura non può bastare se non diviene consapevolezza e riconoscimento della dignità dell'altro, responsabilità condivisa da tradurre in gesti concreti. In sinergia con l'Assessorato all'Istruzione della Regione Siciliana, verranno presto bandite delle borse di studio dedicate a Sara e destinate a premiare la carriera di studenti meritevoli e di laureati che abbiano affrontato nella propria tesi di Laurea i temi del femminicidio e della violenza di genere.


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In questo modo sarà possibile stimolare la ricerca scientifica sull'argomento e veicolare modelli culturali e comportamentali positivi. Quanto avvenuto a Sara si lega, indissolubilmente, a quando successo a Lorena Quaranta il cui ricordo resta impresso nelle nostre menti ed a cui la il precedente Rettore aveva programmato di intitolare il Cortile del Rettorato. Ebbene, in base a quanto deliberato nei giorni scorsi dagli organi collegiali, il Cortile porterà i nomi di Sara e di Lorena. Sarà un luogo di incontro, ma anche di memoria per ricordarci di fondare le nostre relazioni sul rispetto reciproco. Oggi Sara taglia il traguardo della Laurea, tutti noi siamo vicini ai familiari, agli amici, ai colleghi, nella speranza che politiche concrete di contrasto ci permettano di non dover più organizzare iniziative come questa".


"Oggi possiamo finalmente dire - ha dichiarato Claudio Campanella, fratello di Sara - che sei dottoressa, cara Sara"! - "Il dolore per la sua assenza - ha proseguito - si mescola all'orgoglio per ciò che era. Un immenso uragano di emozioni, una grande luce, una ragazza sensibile, determinata, empatica che amava la sua vita e quella degli altri. Per questo aveva scelto il suo percorso di studi ed amava il Policlinico universitario, che definiva la sua seconda casa. Sara credeva nell'amore vero, che non significa possesso, ma libertà. Oggi, la comunità accademica riconosce il valore dei suoi studi, ma anche la sua testimonianza umana e le restituisce simbolicamente ciò che le è stato negato. Amare sé stessi è il primo passo per cambiare il mondo e mia sorella tutto questo lo sapeva bene. Il suo amore e la sua forza continueranno a guidarci, grazie a chi ha permesso tutto ciò, grazie Sara".

La tesi di Sara è intitolata: "Il ruolo dell'epigenetica nelle mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2 come strumento per ridurre il rischio di cancro ovarico e mammario". Sara è stata proclamata dottoressa in 'Tecniche di Laboratorio Biomedico' con la votazione di 110 su 110 e lode.

La pergamena di Laurea ed i fiori sono stati consegnati nelle mani della madre di Sara, Maria Concetta Zaccaria.


L’iniziativa è stata preceduta, nella serata di ieri, da un evento dedicato al tema della violenza di genere: al Cinema Apollo è stato proiettato il cortometraggio 'Fili invisibili', diretto da Fabio Schifilliti (presente anche oggi in Aula Magna insieme all'attore Claudio Castrogiovanni), prodotto da Gran Mirci Film e realizzato nell’ambito del progetto “Oltre le ombre” dall’Istituto “ITT-LSSA Copernico” di Barcellona Pozzo di Gotto. Il film intreccia le storie di Graziella Recupero e Sara Campanella, due giovani donne unite da un destino simile a distanza di 69 anni, e rappresenta un forte messaggio di denuncia e consapevolezza.

Prodotto nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola e patrocinato anche dall’Università di Messina, 'Fili invisibili' è risultato vincitore del premio CIPS – sezione Visioni fuori luogo, nell’ambito delle Giornate del Cinema per la Scuola promosse a fine settembre dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Subito dopo la proiezione, è stata svelata la nuova ambulanza della Misericordia Odv che sulla fiancata riporta l'incisione del nome di Sara insieme alla sua frase " Mi amo troppo per stare con chiunque". L'ambulanza è stata dedicata alla giovane affinché il suo ricordo possa continuare a viaggiare a servizio della comunità.


di LA REDAZIONE




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