Docenti e ATA: 250mila assunzioni e aumento stipendi non interessano al Ministro Valditara, questa è la dura accusa della Fracassi (FLC CGIL)
- La Redazione
- 2 mag
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Preoccupazioni e critiche riguardo ai contenuti del provvedimento, alla sua tempistica e alla mancanza di trasparenza sul testo ufficiale. Al centro delle contestazioni vi sono temi come la precarietà del personale scolastico, la questione salariale...

Il recente disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha suscitato forti reazioni nel mondo sindacale. In particolare, la FLC CGIL, attraverso la voce della sua segretaria generale Gianna Fracassi, ha espresso preoccupazioni e critiche riguardo ai contenuti del provvedimento, alla sua tempistica e alla mancanza di trasparenza sul testo ufficiale. Al centro delle contestazioni vi sono temi come la precarietà del personale scolastico, la questione salariale e l’impostazione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, considerata da Fracassi una compressione della libertà di insegnamento.
La nota stampa diramata riporta: “Il ddl approvato in Consiglio dei Ministri, di cui peraltro non si conosce il testo, è l’ennesimo tentativo del Ministro Valditara di spargere un po’ di fumo mediatico per coprire l’incapacità a dare risposte ai docenti e al personale ATA”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL. “Evidentemente le condizioni di lavoro del personale della scuola non sono un problema che interessa il Ministro, che infatti non si occupa della necessaria stabilizzazione degli oltre 250 mila precari o dall’aumento delle retribuzioni tra le più basse di tutto il pubblico impiego”, sottolinea la dirigente sindacale.
“E invece si occupa dell’arresto obbligatorio in flagranza di delitto non colposo che è già previsto nel nostro ordinamento per tutti: immaginiamo che ‘lo sforzo’ del titolare del dicastero sia stato qualche tipo di allargamento”, aggiunge Fracassi. “Ma sul tema dell’educazione sessuo-affettiva il ddl contiene l’ennesima compressione della libertà di insegnamento attraverso l’introduzione del consenso preventivo delle famiglie nel secondo ciclo e l’obbligo di seguire i “programmi “nel primo ciclo.
E a questo proposito, - continua la segretaria della FLC- le nuove indicazioni nazionali (i programmi non esistono più da tempo!), esattamente sull’educazione alla relazione e all’affettività, oltre a non menzionare in alcun modo il tema dell’orientamento e il contrasto all’omotransfobia, definiscono la violenza di genere come ‘triste patologia’”.
La dirigente sindacale conclude con una riflessione di natura politica: “Il ministro è sempre più interessato a rispondere alle pulsioni reazionarie e arretrate del nostro Paese e non ad affrontare i problemi che riguardano il personale, gli studenti e le famiglie”.
di LA REDAZIONE