Crepet: "Educare alla bellezza è insegnare a esprimere le proprie idee. La libertà di pensiero apre le porte dell'autonomia. "
- La Redazione

- 30 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 1 ago
“Secondo Paolo Crepet, educare alla bellezza significa accompagnare l’uomo, sin da bambino, a esprimere liberamente le proprie idee e a costruire la propria autonomia.”

Educare alla bellezza non significa solo insegnare a riconoscere ciò che è esteticamente piacevole, ma soprattutto accompagnare a coltivare un percorso interiore fatto di libertà di pensiero e autonomia. Come spiega lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, la bellezza assume diverse forme e sfumature, spesso legate al modo in cui trasformiamo il nostro ambiente quotidiano, come la casa, in uno spazio che rispecchia chi siamo veramente.
Per poterlo fare, però, occorre avere una visione dello spazio casalingo, che generalmente chiamiamo «gusto»”, queste le significative e mai scontate parole dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet attraverso le quali si sottolinea l’importanza di preservare la bellezza, espressione di noi stessi. Si tratta di una visione che non è spontanea ma va fatta crescere. Chiedere ai bambini di una scuola materna o elementare di addobbare la propria classe non solo per Natale è un modo per far emergere la personalità di ciascuno: ognuno di loro, infatti, è unico, diverso, speciale, e sceglierà un colore differente per dipingere il proprio banco o le pareti della propria classe.
“La bellezza non è questione estetica, ma il risultato di un lavoro interiore lungo e difficile che spesso trova la propria configurazione in scelte diverse. Educare alla bellezza significa quindi educare a pensare «dentro», a coltivare le idee che ognuno di noi ha il diritto di esprimere liberamente. Se si nega questa possibilità, ogni bambino e bambina crescerà senza la necessaria autonomia, in quanto la libertà è funzione del pensiero e non viceversa”, in tal modo continua la sua profonda riflessione lo psichiatra.
La bellezza si desume anche dal modo in cui arrediamo la nostra casa; d’altronde se si vuole conoscere una persona bisogna entrare in casa sua e se c’è carattere si nota, se manca sarà ancora più evidente.
“Oggi questa corrispondenza identità/abitazione assume una pregnanza ancora più forte in quanto il tempo che si trascorre nel proprio domicilio è cresciuto con la possibilità dello smart working. La casa è, per molti, il luogo dei sentimenti, della crescita, della nascita e della morte”, così come specificato da Paolo Crepet, evidenziando l’importanza di avere una propria identità e di contraddistinguersi dalla massa, non omologandosi o uniformandosi al volere altrui.
La bellezza, dunque, risiede in ognuno di noi: bisogna imparare a guardarsi dentro, riscoprendo il coraggio di essere se stessi senza scendere a compromessi, imparando a coltivare le proprie idee e ad esprimerle liberamente, non dimenticando mai che la propria identità si costruisce grazie alle esperienze vissute e che l’intensità della nostra vita dipende esclusivamente dalla nostra capacità di osare, di andare oltre, superando i propri limiti, imparando a lottare per i propri sogni, trasformando gli ostacoli in opportunità di crescita, alla luce di una propria rivoluzione interiore che richiede di essere sinceri in primis con se stessi, sperimentando quella passione che nutre instancabilmente la nostra anima.
di VALENTINA TROPEA






.jpg)




















%20(2).jpg)
.jpg)



















Commenti