BRUZZONE: SUGLI UOMINI CHE LAVORO STIAMO FACENDO? L'UOMO DEL FUTURO SA ACCOGLIERE LA DONNA DI OGGI, CHE È DIVERSA DA QUELLA CHE HANNO VISTO IN CASA
- La Redazione

- 30 lug
- Tempo di lettura: 3 min
“La società in questi anni ha fatto di tutto per far emergere il potenziale femminile, per distogliere le donne da questo modo di agire, da questa ricorrente dipendenza sociale, economica ed individuale..."

“Sono pronti questi uomini ad accogliere una tipologia di donna completamente diversa da quella che hanno visto in casa ? con cui sono cresciuti? Questa è la vera domanda oggi”. Interviene con una frase dura ed aspra la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone in un suo intervento.
Questo è uno dei temi ricorrenti negli incontri dell’esperta nei quali parla spesso dell’evoluzione e dell'educazione giovanile, in particolar modo tiene a cuore il fatto che i ragazzi abbiano larghe prospettive del loro futuro. Per la Bruzzone, creare una società che accolga tutti vuol dire far arrivare ai giovani, soprattutto uomini, il messaggio che non ci sono ruoli, compiti ed etichette e che imparino a cavarsela da soli, senza contare incessantemente sull’ombra e sull’aiuto della figura materna. Queste le parole dell’esperta: “Quante madri insegnano ai figli maschi a prendersi cura di sé e a “lavarsi le mutande”, molto poche finiamola di continuare a pensare che certi compiti siano solo demandate alle donne che solo loro se ne possono occupare cerchiamo di cambiarlo un po’ questo tipo di prospettiva”.
L’esperta sulla parità di genere è categorica, il progresso l’abbiamo visto insediarsi in migliaia di circostanze e situazioni, ora è arrivato il momento che venga attuato anche nella cultura e nell’ideologia della nostra società. Dove fino a qualche anno fa l’impronta maschile era preponderante, e la donna era vista come soggetto dipendente. Ormai questo modo di pensare è cambiato, ma se questo in piccoli sprazzi continua ad essere presente, quando il ragazzo, sarà un uomo adulto lo scenario al quale andrà incontro non sarà per lui facilmente affrontabile e per questo richiederà nuovamente il supporto della figura materna, le parole dell’esperta: “ecco allora nel momento in cui usciranno dalla vostra casa in cui voi li avete serviti e riveriti e trasformati in piccoli tiranni, troveranno fuori qualcuna che probabilmente non è più così impostata in quella direzione, o ci auguriamo che non sia così, e quindi che succederà ? tornerà a casa da mammina e voi ve lo riprenderete “poverino” perché non ha trovato una donna all’altezza delle sue aspettative? “Cioè una serva ? ” È questo il tipo di uomini che stiamo crescendo?”.
Secondo Roberta Bruzzone un cambiamento è auspicabile e necessario da entrambe le parti, ma nella cultura maschile in particolar modo, perché ancora prima di lavorare sui ragazzi stessi, dobbiamo lavorare a fondo su chi prima di loro li ha abituati a questo modello di “famiglia”. I giovani, sin da bambini, hanno grandi capacità di assorbire i comportamenti, e il primo modello che si interfaccia con loro sono proprio i genitori. La società in questi anni ha fatto di tutto per far emergere il potenziale femminile, per distogliere le donne da questo modo di agire, da questa ricorrente dipendenza sociale, economica ed individuale. Conclude l’esperta, con una domanda che ci porta a riflettere profondamente: “Stiamo lavorando tanto sulle ragazze, stiamo cercando di smuoverle, di farle ragionare diversamente, di improntare maggiormente un concetto di autonomia, come principio base, non quello di sudditanza. Ma sugli uomini che lavoro stiamo facendo ?”
di NATALIA SESSA






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