Al concorso nazionale "Spezziamo la violenza. Giovani in dialogo per risolvere i conflitti" possono partecipare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di istruzione

Assistiamo a continui fenomeni di violenza, spesso pervasiva, verbale e fisica, mediatica e social, soprattutto contro soggetti più deboli. Si diffonde tra singole persone, nelle famiglie, a scuola, nelle comunità, tra interi Paesi, che non sanno risolvere i conflitti in altro modo… . Cosa vuol dire la parola pace? Significa solamente assenza di guerra? Può essere raggiunta solo dopo scontri violenti, oppure anche grazie ad approcci nonviolenti? Siamo e saremo “inevitabilmente” incapaci di risolvere i vari conflitti che ogni giorno, in ogni luogo, “inevitabilmente” insorgono? Sì, perché i problemi e i conflitti ci sono, in ogni caso; il problema è come gestirli, affrontarli, siano essi grandi o piccoli. Vi sono dei paletti, dei limiti, fissati per legge, da norme, o semplicemente dal buon senso che regolano i rapporti tra le persone, tra le comunità, anche rispetto all’ambiente che ci circonda: conoscere tali regole, approfondirle, osservarle, rispettarle, capirne – appunto - il senso, è un primo passo verso la reciproca tolleranza, o verso il rispetto delle posizioni altrui. Ma questo è solo un primo passo. Occorre approfondire anche le cause dei conflitti, le correlazioni con altri aspetti, atteggiamenti, fenomeni; quello che appare, i comportamenti, le parole che si pronunciano o si scrivono, sono spesso anche il frutto di un contesto di vita: ambiente, famiglia, comunità, quartiere, spesso difficile e problematico. Per spezzare la violenza occorre fare molti “passi indietro”, nella storia, nella società, nella geografia, e altrettanti “passi avanti”, verso nuove strade, nuovi approcci. Sono tutti elementi che aiutano ad andare oltre la superficie, ad approfondire, a capire. Vi sono poi altri elementi da considerare, in particolare l’importanza dell’ascolto, della mediazione e del dialogo per spezzare le logiche della violenza. Nel contesto contemporaneo, anche nella nostra società, nelle nostre classi, pare molto difficile darsi tempi e modi per ascoltare in profondità le altre persone. Il dialogo parte dall’ascolto, senza il quale siamo solo capaci di lanciare messaggi spesso superficiali o aggressivi, anche sui social, senza curarci delle loro conseguenze. La cura, l’attenzione, l’assumere il punto di vista dell’altro, è un passaggio fondamentale, troppo spesso sconosciuto o non adeguatamente praticato. Si potrebbe dire che la pace è fondata sulla giustizia, ma anche questo è solo un punto. Poi ve ne sono molti altri, che occorre approfondire. Un punto di partenza è il proprio senso di responsabilità, attiva, creativa. E poi un cuore aperto alla solidarietà che sappia trasformare le ferite in feritoie per intravvedere una speranza di riconciliazione e di pace.
OGGETTO
Oggetto del bando è una riflessione o un racconto circa esperienze in cui i giovani si sono schierati contro le logiche della violenza e dello scontro. Lo scopo del Bando è quello di valorizzare anche la narrazione di divergenze e conflitti che non vanno negati o dissimulati, come spesso siamo tentati di fare, ma vanno gestiti, per non rimanere bloccati al loro interno e trasformati in opportunità per aprire nuovi processi. Abitare i conflitti significa imparare a convivere con difficoltà, con situazioni che non corrispondono ai nostri gusti, ai nostri piaceri, a quello che vorremmo. I protagonisti degli elaborati sono identificati in maniera prioritaria nei giovani, negli studenti, nei diversi soggetti della comunità (scuole, associazioni, ecc…). Il tema degli elaborati deve prendere le mosse da una conoscenza complessiva del contesto attuale e proporre ipotesi, storie ed esperienze di protagonismo e di creatività dei giovani, che scelgono di agire contro corrente, anche in ambiti e contesti inediti, sperimentando nuove vie e nuovi strumenti e gridare il loro NO alla violenza, sotto qualunque forma. Per partecipare al concorso, si invitano gli studenti ad approfondire le tematiche del Bando di concorso, avvalendosi dei materiali messi a disposizione dalla Caritas Italiana, al seguente indirizzo internet: www.caritas.it e sui siti: conflittidimenticati.org, antennedipace.org, insiemepergliultimi.it .
Possono partecipare al concorso gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di istruzione, in forma individuale o in gruppo. Gli studenti, preferibilmente in gruppo, potranno partecipare inviando, a scelta:
• fotografie/disegni/messaggi social;
• breve scritto (max. 1.800 battute spazi inclusi);
• breve video/spot (max 2 minuti).
Gli elaborati sono accompagnati dalla scheda di iscrizione posta in allegato (All.A), contenente i dati anagrafici dei partecipanti e i dati della scuola di appartenenza, e da un’eventuale altra scheda esplicativa del percorso didattico realizzato. Le schede dovranno essere inviate, entro e non oltre il 22 aprile 2024, alla casella concorso@caritas.it
Ogni e-mail inviata all’indirizzo di posta del concorso potrà contenere un unico elaborato (foto/disegno, testo o video/spot) e dovrà riportare in oggetto la modalità prescelta e il grado dell’istituzione scolastica di appartenenza. Per le prime due categorie il peso massimo dei file allegati non dovrà superare i 2 MB, mentre per video/spot, si chiede o l’invio di dvd o comunque un file di non oltre 200 MB, fermo restando la necessità di farlo poi pervenire in alta risoluzione, qualora risultasse tra quelli premiati.
di CLAUDIO CASTAGNA
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