"Bruciamola. Meglio vederla morire dissanguata"… queste le parole rivolte ad una studentessa tredicenne. La famiglia si è accorta del malessere della figlia ed ha agito denunciando l’accaduto
- La Redazione
- 25 mar
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Gli artefici dell’orribile gesto, i suoi compagni di scuola, hanno diffuso in rete tramite una chat anonima pesantissime parole. Queste le parole della madre della giovane studentessa :“È accaduto tutto...

Si è verificato nel Modenese un increscioso episodio di cyberbullismo, la vittima è una studentessa tredicenne. Gli artefici dell’orribile gesto, i suoi compagni di scuola, hanno diffuso in rete tramite una chat anonima pesantissime parole.
Queste le parole della madre della giovane studentessa :“È accaduto tutto lo scorso anno mia figlia era convinta che quei messaggi indirizzati a lei, in cui veniva fatto il suo nome fossero stati scritti dalle compagne di classe e abbiamo scoperto che effettivamente la responsabile era proprio una di loro. Mia figlia ne era venuta a conoscenza poiché le amiche, a scuola, le avevano mostrato gli screenshot e glieli avevano mandati. Frasi contenenti offese pesanti come macigni… ‘Bruciamola. Meglio vederla morire dissanguata’.”
La famiglia della giovane studentessa venuta a conoscenza della vicenda ha deciso sin da subito di prendere in mano la situazione, inizialmente hanno interloquito con diverse famiglie di suoi compagni per avere un riscontro diretto. Il passo successivo dei genitori della giovane è stato quello di coinvolgere la polizia postale sporgendo denuncia. Gli agenti della polizia, anziché dilungare la vicenda attraverso atti burocratici, hanno preferito avere un confronto diretto con i ragazzi.
Gli agenti esponendo la problematica ai giovani hanno spiegato le conseguenze che possono avere queste frasi lesive della persone. Un incontro, a detta dei familiari della studentessa, che ha avuto riscontro positivo, difatti la madre afferma:“La denuncia non è andata avanti poiché la Polizia Postale ha preferito parlare direttamente ai ragazzi. Ora la situazione è molto migliorata”. Ciò che ha mosso quest’odio nei riguardi della giovane, da parte dei suoi compagni di classe, sembrerebbe essere stato una diversità, una non omologazione nel modo di vestire, nei gusti musicali…:”Ci siamo accorti subito di ciò che stava accadendo…parlava pochissimo. Poi, pian piano si è aperta e ci ha fatto vedere questi screenshot. Mia figlia si veste in modo diverso, ascolta musica diversa e questo probabilmente ha influito. Ma non è stata accettata dagli altri probabilmente anche per una questione di ‘genere”.
Alla base di questa vicenda si riscontra ancora una volta il tema della diversità, vista come un qualcosa di anomalo, surreale. La libertà d’espressione di un altro individuo non può e non deve essere giudicata. Ciò che ci rende veramente unici, ciò che ci fa raggiungere la massima espressione della nostra anima, sono proprio le nostre diversità, che dobbiamo accogliere, amare e proteggere da chiunque le possa mettere in discussione.
Bisogna prendere di petto questioni del genere prima che possano scaturire in gesti drammatici, i genitori devono riuscire a cogliere le difficoltà nei giovani e per questo serve tanto dialogo. È bene parlare di questi fatti per sensibilizzare giovani, genitori e insegnanti affinché quando ci si trova in tali situazioni si ha contezza di come affrontarle.
di NATALIA SESSA
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