Violenza sugli autobus, autista costretto a interrompere la corsa a causa di una rissa scoppiata tra giovani. "La scuola assuma un ruolo sempre più centrale e stabile nella promozione della legalità"
- La Redazione

- 18 ago
- Tempo di lettura: 2 min
"Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per i recenti episodi di violenza verificatisi sugli autobus di Pisa ... "

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per i recenti episodi di violenza verificatisi sugli autobus di Pisa, dove un autista è stato costretto a interrompere la corsa a causa di una rissa scoppiata tra giovani passeggeri.
Non si tratta di episodi marginali o di banale cronaca nera: ogni volta che la violenza irrompe in uno spazio pubblico si incrina il diritto fondamentale alla sicurezza, si mette in discussione la dignità delle persone coinvolte e si colpisce un presidio di civiltà quale è il trasporto collettivo.
Questi comportamenti, che vedono protagonisti giovani adulti, non possono essere derubricati a semplici atti di vandalismo, ma vanno letti come il risultato di una fragilità più profonda: la carenza di una solida cultura della legalità, che dovrebbe essere trasmessa con continuità già nei percorsi scolastici.
Se ragazzi poco più che ventenni trasformano un autobus in teatro di scontri violenti, è legittimo chiedersi quale investimento sia stato fatto, negli anni della loro formazione, per educarli al rispetto delle regole e alla convivenza civile.
La promozione della mobilità sostenibile e l’invito a utilizzare i mezzi pubblici perdono di credibilità se non si garantisce un contesto sicuro e sereno. Tuttavia, la sicurezza non può essere intesa solo come presenza di controlli o come risposta repressiva: essa nasce dalla cultura, si alimenta nel senso di responsabilità collettiva e prende forma nella consapevolezza che i beni comuni appartengono a tutti e devono essere rispettati.
Il CNDDU ritiene fondamentale, in questo senso, che la scuola assuma un ruolo sempre più centrale e stabile nella promozione della legalità. Non bastano eventi sporadici o giornate celebrative: occorre che l’educazione ai diritti, al rispetto e alle regole diventi parte integrante e permanente della vita scolastica. Solo un percorso sistematico, costruito nel tempo, può radicare nei giovani quella sensibilità che li accompagnerà anche in età adulta e li renderà cittadini capaci di vivere lo spazio pubblico in modo responsabile.
Rafforzare l’educazione alla legalità significa insegnare ai ragazzi che la libertà non è arbitrio, ma responsabilità; che il rispetto delle regole non è imposizione, ma garanzia di dignità e sicurezza per tutti; che la convivenza civile è il primo strumento per difendere i propri diritti. È necessario che ogni istituzione scolastica, a partire dai gradi più bassi, si impegni a costruire un percorso coerente e continuo in questa direzione, perché non vi può essere società democratica senza cittadini formati al senso del limite e del rispetto reciproco. La scuola, in questo scenario, non è solo luogo di istruzione, ma presidio fondamentale di cittadinanza e argine contro la deriva della violenza.
di LA REDAZIONE
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