Tamaro:"Sarebbe bello se sui nostri volti tornasse il mite sorriso della gentilezza senza aver paura di mostrare le nostre fragilità ma anzi imparando ad accoglierle, trasformandole in punti di forza"
- La Redazione
- 4 ore fa
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Susanna Tamaro propone una riflessione profonda sulla fragilità, sulla paura e sul bisogno di gentilezza in una società che chiede efficienza e dimentica l’umanità...

"Ricordo che da bambina, a casa di mia nonna, dietro la cucina c’era un bugigattolo in cui veniva conservata una grande quantità di riserve alimentari. Farina e zucchero, prima di tutto. Il tempo dei supermercati era ancora di là da venire ma comunque mi sembravano strani tutti quei pacchetti in ordine sulle mensole. «Perché c’è tanta farina?» avevo chiesto una volta a mia nonna.
«Per la guerra» mi aveva risposto. La Seconda guerra mondiale era finita ormai da vent’anni ma la memoria della fame era rimasta radicata nelle persone che avevano vissuto quel periodo. Un tempo, le paure avevano nomi precisi. Paura della guerra, paura delle epidemie, paura della perdita del raccolto per qualche evento atmosferico o patologico, paura di perdere il lavoro e anche la paura delle paure: quella di perdere le persone amate. Ora, purtroppo, abbiamo il rombo di guerra nelle orecchie ma la nostra vita quotidiana, per il momento, non è turbata da bombardamenti e minacce esterne.
Malgrado questo, siamo attraversati da sempre più paure. A volte si accumulano e prendono l’aspetto di attacchi di panico, altre volte rimangono silenti per lungo tempo mentre erodono, con la pazienza di un tarlo, le nostre sicurezze interiori, ma temiamo di dividere con gli altri questa fragilità perché il mondo contemporaneo ci vuole sempre performanti e chi non lo è, o attraversa un momento di crisi, rischia di scivolare rapidamente ai margini della società", attraverso tali parole la scrittrice Susanna Tamaro coglie l'occasione per iniziare la sua profonda disamina, offrendoci ottimi spunti di riflessione.
Dunque il progresso tecnologico ha aumentato esponenzialmente i rapporti virtuali a discapito, però, dei rapporti umani, che sono stati profondamente compromessi: è proprio per tale ragione che ci sentiamo profondamente soli.
Ecco allora l'importanza di riscoprire la bellezza e l'unicità delle nostre passioni, emozioni, così da poter uscire dal «deserto della ragione e dell’intelligenza», alla luce di una società in cui predomina il mito dell'efficienza e della razionalità.
Bisognerebbe tornare ad amarsi perché l'amore è attenzione: "in tempi in cui la disattenzione è diventata regola di vita, bisognerebbe meditare su queste parole.
Una vita senza attenzione è una vita destinata a essere perpetuamente estranea a se stessa, a scivolare in un deserto di cose inutili, in uno stordimento in cui tutto appare fondamentale per raggiungere la felicità, ma niente lo è", così come ci spiega molto accuratamente Susanna Tamaro. Sarebbe bello, pertanto, "se sui nostri volti perennemente tesi e diffidenti tornasse il mite sorriso della gentilezza" così da non aver paura di mostrare le proprie fragilità ma anzi imparando ad accoglierle, trasformandole in splendidi punti di forza.
Solo attraverso la gentilezza e la saggezza, infatti, possiamo predisporci all'ascolto, alla comprensione ed all'accoglienza, riscoprendo la bellezza di emozionarsi e permettendo al nostro cuore di battere ancora.
di VALENTINA TROPEA






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