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STUDENTESSA 14ENNE UCCISA A BASTONATE DAL SUO EX FIDANZATO, TROVATO IL CORPO. UN GRIDO CHE CHIAMA TUTTI: FAMIGLIE,SCUOLE E ISTITUZIONI...

"A rinvenire il corpo della giovane studentessa sono stati i Carabinieri  del distretto di Casoria e del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna..."

Il corpo di Martina Carbonaro, 14 anni, è stato trovato nell’abitazione ormai in disuso del custode del campo sportivo adiacente allo stadio Moccia di Afragola. A commettere l’atrocità è stato il suo ex fidanzato, reo confesso dell’omicidio. La triste notizia è stata riportata dal Messaggero. A rinvenire il corpo della giovane studentessa sono stati i Carabinieri del distretto di Casoria e del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, dopo un’incessante attività di indagini e ricerche. Le indagini ora proseguiranno con l’ipotesi di reato di omicidio.

L’ex fidanzato, un diciannovenne, è stato proprio lui a confessare ai Carabinieri dove aveva nascosto il corpo di Martina, uccisa a bastonate. La quattordicenne era scomparsa lunedì sera, dopo aver incontrato l’ex per quello che si sarebbe rivelato un ultimo, fatale appuntamento.

A spingere gli inquirenti a intensificare le ricerche nella zona sarebbe stato proprio il racconto del giovane, che, interrogato dalle autorità, avrebbe fornito una ricostruzione dei fatti incongruente con gli orari degli spostamenti e con le immagini delle telecamere che avevano ripreso per l’ultima volta la ragazza. La morte risalirebbe a poche ore dopo la scomparsa.

Alcune telecamere hanno ripreso la giovane lunedì sera nei pressi del centro commerciale “I Pini”, e sarebbe stata avvistata per l’ultima volta in scooter in compagnia di un ragazzo. La madre aveva sporto denuncia, spiegando che Martina era uscita di casa per incontrare una sua amica. Durante una chiamata effettuata alle ore 21 di lunedì, la ragazza avrebbe annunciato il suo ritorno, ma non ha mai fatto rientro nella sua abitazione. 



Una tragedia che spezza il fiato e lascia attonita un’intera comunità. Martina aveva solo quattordici anni: una vita ancora tutta da vivere, sogni appena accennati, fiducia donata forse troppo presto. La violenza che l’ha colpita non è solo un fatto di cronaca, ma un grido che chiama tutti – famiglie, scuole, istituzioni – a un’assunzione collettiva di responsabilità.

Non si può più restare indifferenti di fronte a una gioventù che troppo spesso cresce senza gli strumenti per gestire i sentimenti, la rabbia, la fine di un amore. Serve educazione affettiva, serve dialogo, serve presenza.

Perché dietro ogni nome riportato in una notizia, c'è un volto, un cuore che batteva, una ragazza che avrebbe meritato il futuro.

di NATALIA SESSA

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