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Scuola, congresso nazionale Gilda, Castellana: “Ribadiamo la necessità di tornare ad un doppio canale di reclutamento dove al fianco dei concorsi ci sia una graduatoria di abilitati"

"Ad introdurre il XXIesimo Congresso Nazionale è stato proprio Castellana, il quale prima di entrare nel merito delle ... "

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Il 23 e il 24 maggio scorso, si è tenuto il Congresso Nazionale della Gilda degli Insegnanti, che raduna i coordinatori di tutte le province d’Italia. Un appuntamento fondamentale che all’ordine del giorno ha visto la conferma definitiva, a grandissima maggioranza, per i prossimi quattro anni, del coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana, eletto lo scorso 4 ottobre a Salerno, e la presentazione del programma politico.


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Ad introdurre il XXIesimo Congresso Nazionale è stato proprio Castellana, il quale prima di entrare nel merito delle questioni congressuali, ci ha tenuto a ricordare il 33esimo anniversario della strage di Capaci: “Ci tengo molto a ricordarlo come giorno perché considero Falcone e Borsellino dei santi laici, figure che mi commuovono sempre. La loro lotta alla legalità deve essere l’obiettivo da raggiungere sempre come organizzazione sindacale.”


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“In questi mesi ci siamo trovati da subito ad affrontare le RSU, il rinnovo del CCNL e i vari congressi, alcuni obiettivi sono stati raggiunti e ora ce ne aspettano altri ma la nostra linea politica rimane coerente, incentrata sui valori che da sempre guidano la nostra associazione. Gli obiettivi che ci siamo prefissati hanno sempre come pilastri il rafforzamento della didattica, il supporto agli insegnanti e la garanzia dei loro diritti, questo, per noi, è avere una scuola di qualità”. E’ il commento del coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana a margine della votazione che lo ha confermato alla guida della Gilda degli Insegnanti.

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Tra i punti politici principali passati in rassegna c’è stato il contratto. Le trattative all’Aran sono ancora in corso e la Gilda rinnova con forza la richiesta di un’area contrattuale separata per la docenza, indispensabile per promuovere la qualità della scuola pubblica - statale e per contrastare l’attacco al concetto di professionalità docente. “Un contratto separato per gli insegnanti - afferma Castellana - rende evidente la dimensione intellettuale del lavoro che svolgono”.

Altro aspetto legato al contratto nazionale, è la parte economica; la Gilda da sempre ritiene che le retribuzioni dei docenti italiani siano poche dignitose, non al passo con il costo della vita e soprattutto molto distanti dagli standard europei. “Oggi gli insegnanti svolgono un lavoro invisibile all’opinione pubblica, oltre alle ore frontali, infatti, sono sommersi da impegni burocratici imposti dal sistema, per una retribuzione insoddisfacente e inadeguata”.


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Sull’autonomia scolastica ribadisce: “E’ un ostacolo al concetto stesso di Paese che si fonda su radici storico culturali comuni. Al contrario, l’autonomia ha solo sancito la rottura di un sistema scolastico omogeneo e con stessi obiettivi didattici, oltra ad aver creato la figura del Dirigente Scolastico, che ha sostituito i Presidi e che la Gilda, l’unica tra tutte le OO.SS, non iscrive”.

Fondamentale, poi, la riflessione sul precariato, insostenibile per una scuola che possa garantire continuità didattica e una valorizzazione del personale docente. “Ribadiamo la necessità - sostiene il coordinatore nazionale - di tornare ad un doppio canale di reclutamento dove al fianco dei concorsi ci sia una graduatoria di abilitati. Sui diritti, poi, portiamo avanti la nostra battaglia soprattutto in sede contrattuale, per far sì che vadano riconosciuti anche ai precari le stesse prerogative che spettano a chi è di ruolo, a discapito di ogni discriminazione esistente”.


Infine, leitmotiv di ogni Congresso Nazionale, è la valorizzazione della professione docente: “In una scuola ideale - commenta Castellana – gli insegnanti preparano le lezioni, spiegano e aggiungono tasselli nel percorso scolastico di ogni studente. Nella scuola italiana questo non avviene perché l’insegnante è oberato dalle molestie burocratiche. Occorre - conclude - avviare un percorso, di concerto con politica e ministero, volto a rendere protagonista esclusivamente la docenza, per una Scuola che sia davvero di qualità”.



di LA REDAZIONE



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