Recalcati: “La parola del maestro ha il potere di illuminare lo studente, non di comandare. La luce che porta non può escludere l’ombra. Il maestro, dunque, non pretende di possedere la verità"
- La Redazione
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Pertanto la luce che porta la parola del maestro non può mai escludere l’ombra proprio perché è colui che riesce a mescolare l’autorevolezza del suo sapere con il…

Con il passare del tempo abbiamo assistito ad una vera e propria eclissi della figura del maestro: “Maestro è una parola, una figura in via di estinzione. Il suo tramonto coincide con l’imporsi di un linguaggio disossato, informatizzato, senza più rapporti con la vita, subordinato al feticismo delle cifre, colonizzato dalla videocrazia e da una dimensione solo artificiale dell’intelligenza”, queste le parole dello psicoanalista e saggista italiano Massimo Recalcati attraverso le quali comprendere fino in fondo come oggi il sapere non abbia più alcun rapporto con il desiderio, prescindendo anche dalla dimensione carismatica del maestro, ovvero dalla soggettività irriducibile della sua enunciazione.
Ma in realtà ciò che non bisogna mai dimenticare è che il maestro è in un rapporto stretto con l’esperienza della luce: “il maestro è, in sé, una figura della luce: la parola del maestro è una parola che non ha il potere di comandare, ma di illuminare. Quando un maestro degno di questo nome parla, la luce si accende e si espande. È un evento di cui siamo stati tutti testimoni nelle scuole di ogni ordine e grado”, in tal modo lo psicanalista riesce ad evidenziare con grande intensità come le parole non possano essere ridotte a meri strumenti della comunicazione ma abbiano un valore più profondo.
Infatti la chiarezza rimane la qualità fondamentale di ogni maestro e senza quest’ultima non si può avere trasmissione del sapere. Lo stesso Don Milani, distinguendo nettamente la figura del maestro da quella del padrone, affermava espressamente che il sapere non bisogna tanto possederlo, ma darlo.
Il maestro, come colui che porta la luce della parola, non deve essere mai confuso con colui che invece pretende di possedere la verità. Infatti coloro che parlano in nome della verità danno solitamente prova di ignoranza e sono il rovescio del maestro.
Dunque “il maestro che pretende di possedere e di dire la «verità sulla verità» diviene un idolo che non favorisce affatto la trasmissione del sapere quanto piuttosto opera il suo sequestro. L’allievo ne viene tagliato fuori, espulso, situato in una condizione di minorità cronica. Ogni forma di dogmatismo rivela pienamente questa idea «proprietaria» della verità e, di conseguenza, di infantilizzazione cronica dei suoi adepti”, così come ci spiega molto accuratamente Massimo Recalcati.
Pertanto la luce che porta la parola del maestro non può mai escludere l’ombra proprio perché il maestro è colui in grado mescolare l’autorevolezza del suo sapere con il rapporto di profonda amicizia che intrattiene con l’inciampo.
Solo in tal modo, dunque, il sapere non sarà inarrivabile ed inaccessibile ma anzi trasmissibile, destando la curiosità e l’interesse di ogni allievo che rimarrà affascinato dalla “dimensione carismatica del maestro, ovvero dalla soggettività irriducibile della sua enunciazione”.
di VALENTINA TROPEA