Progetto di vita per le persone con disabilità: sollecito al Ministro Valditara per una piena attuazione dei diritti sanciti dalla normativa vigente
- La Redazione
- 22 giu
- Tempo di lettura: 2 min
"Il concetto di "progetto di vita", introdotto già dall’art. 14 della Legge 328/2000 e rafforzato da un ampio impianto normativo e culturale... "

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione per la lentezza e le incertezze che tuttora accompagnano l’attuazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato per le persone con disabilità, così come previsto dalla normativa vigente.
Il concetto di "progetto di vita", introdotto già dall’art. 14 della Legge 328/2000 e rafforzato da un ampio impianto normativo e culturale – dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2006), recepita in Italia con Legge 18/2009, fino al recente Decreto Legislativo n. 62 del 3 maggio 2024 – rappresenta un pilastro fondamentale per l’inclusione sociale, lavorativa e scolastica delle persone con disabilità. Non si tratta di un mero adempimento formale, ma della realizzazione concreta del diritto a una vita piena, autodeterminata e dignitosa.
Tuttavia, nonostante le indicazioni legislative e la dichiarata volontà di innovazione inclusiva, ci risulta che l’attivazione del progetto di vita, nei suoi aspetti più sostanziali e partecipativi, resti ancora lontana da una reale attuazione diffusa e sistemica. La sperimentazione avviata il 1° gennaio 2025 in sole nove province italiane (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia,
Salerno, Sassari e Trieste), seppur un passo positivo, appare insufficiente rispetto alla necessità di garantire pari diritti a tutti i cittadini con disabilità sull’intero territorio nazionale.
Per queste ragioni, il CNDDU sollecita il Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, a:
- Rendere pubblici i risultati, i criteri di monitoraggio e gli obiettivi raggiunti dalla sperimentazione avviata nelle province selezionate;
- Stabilire un cronoprogramma vincolante per l'estensione del progetto di vita a tutto il territorio nazionale, in modo da evitare disparità geografiche che ledono i diritti costituzionali di eguaglianza e pari opportunità;
- Garantire il pieno coinvolgimento delle famiglie, delle scuole, delle istituzioni sanitarie e dei servizi sociali nella co-progettazione e attuazione del progetto di vita, secondo quanto previsto dall’articolo 18 del D.lgs. 62/2024;
- Investire in formazione specifica per il personale scolastico e per i dirigenti, al fine di dare piena attuazione alle linee guida sull’inclusione scolastica e superare le criticità riscontrate nell'elaborazione e gestione del PEI e del profilo di funzionamento;
- Promuovere una cultura della partecipazione e della responsabilità condivisa, affinché il progetto di vita non resti un enunciato normativo, ma si traduca in percorsi concreti di autonomia, autodeterminazione e cittadinanza attiva. Il CNDDU ribadisce che il progetto di vita rappresenta un diritto fondamentale, non un’opzione discrezionale. Riconoscere alle persone con disabilità la possibilità di autodeterminarsi, scegliere dove e con chi vivere, partecipare pienamente alla vita sociale e lavorativa, non è solo una questione di giustizia sociale, ma una misura di civiltà e democrazia. È tempo di passare dalla sperimentazione alla piena applicazione. Le persone con disabilità non possono più attendere.
di LA REDAZIONE
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