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Indicazioni Nazionali per il primo ciclo, Barbacci: "un questionario proposto in questi termini non aiuta il dialogo e non riconosce il protagonismo del mondo della scuola nei processi di innovazione"

"Non fu un particolare di poco conto che il percorso verso le Indicazioni del 2012, avviato da un governo di centro sinistra, si svolgesse in seguito e per la ... "

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"Il questionario inviato alle scuole, da restituire entro il 10 aprile, conferma purtroppo la preoccupazione e le perplessità che sta suscitando la revisione in corso delle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo.


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Ancora una volta – come già accadde nel 2014-15 con la legge 107 – l’impressione è quella di una consultazione di facciata, priva in realtà di alcuna reale incidenza sugli esiti del lavoro in via di svolgimento. Una consultazione in cui, per osservazioni e proposte, non vi è alcuno spazio diverso da quello verso il quale “incanala” la formulazione dei quesiti. Si dà praticamente per scontato un consenso di massima, lasciando come sola possibilità di esprimersi la formulazione di vaghi suggerimenti su ciò che si potrebbe o dovrebbe modificare. Lo si vede bene nei quesiti proposti per l’impianto delle discipline, per ciascuna delle quali si offre in modo seriale la stessa triade di possibili risposte.


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Si concedono 250 caratteri (spazi compresi) per “suggerimenti e osservazioni” che, avendo per oggetto un testo di ben 150 pagine (il doppio delle precedenti Indicazioni), si configurano come una vera e propria mission impossible; peggio ancora, in questo modo si finisce per assecondare, se non incoraggiare, un approccio fazioso, fatto di giudizi sommari, trasformando le Indicazioni nazionali in un terreno di scontro politico ideologico, laddove sarebbe indispensabile farne il frutto di un confronto ampio, finalizzato a esiti quanto più possibile condivisi, senza la pretesa di imporre una propria, sempre opinabile, visione del mondo e della scuola.


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Non fu un particolare di poco conto che il percorso verso le Indicazioni del 2012, avviato da un governo di centro sinistra, si svolgesse in seguito e per la maggior parte con un governo di segno opposto, senza che se ne modificassero gli attori, dando vita a un confronto realmente coinvolgente grazie al quale si pervenne a un testo per il quale, non a caso, il mondo della scuola ha sempre manifestato grande condivisione e apprezzamento.

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Partecipazione e confronto sono, per la CISL Scuola, il cuore dell’azione sindacale:

un questionario proposto in questi termini non aiuta il dialogo e non riconosce, come sarebbe doveroso, il protagonismo del mondo della scuola nei processi di innovazione".


di LA REDAZIONE

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