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Carta del docente ai PRECARI: 1.500 euro con interessi al prof che a Modena ha fatto ricorso con ANIEF. Ancora una volta vittoria in tribunale a mani basse

"Altra sentenza vinta a mani basse dall’Anief sulla Carta del docente: l’ultimo parere favorevole dei giudici del... "

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Altra sentenza vinta a mani basse dall’Anief sulla Carta del docente: l’ultimo parere favorevole dei giudici del lavoro arriva da Modena, dove il Tribunale del lavoro ha dato ragione piena ai legali del giovane sindacato operanti in difesa di un insegnante che “ha prestato servizio in qualità di docente alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione in forza di plurimi contratti annuali ovvero sino al termine delle attività didattiche degli aa.ss. 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022”. Al supplente, l’aula di giustizia di Modena deciso di fare avere i 1.500 euro della card per l’aggiornamento, “oltre interessi o rivalutazione”.


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Riferendosi alla Legge 107 del 2015, che ha introdotto la Carta del docente,, nella sentenza il giudice ha scritto di ritenere “che tale scelta normativa” risulta “in contrasto con il diritto dell’U.E., come recentemente statuito dalla CGUE, con l’ordinanza del 18.5.2021, emessa nella causa C-450/21, ove è stato affermato il seguente principio, da cui questo giudice non ha ragione alcuna di discostarsi: “La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.


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Nella sentenza, il giudice ha ricordato che la Cassazione il 27.10.2023, con la sentenza n. 29961 ha detto che la Carta de Docente va considerata “uno strumento di formazione e aggiornamento finalizzato ad un migliore svolgimento della prestazione da parte del personale docente - impegnato in attività didattica annua – onde perseguire l’interesse ultimo all’educazione dei discenti”.

Inoltre, sempre il tribunale del lavoro ha ampiamente citato il Consiglio di Stato, poiché questo ha specificato che “la scelta del Ministero di escludere dal beneficio della Carta Docenti il personale con contratto a tempo determinato presenta profili di irragionevolezza e contrarietà ai principi di non discriminazione e di buon andamento della P.A., con ciò affermando, quindi, l’illegittimità degli atti impugnati rispetto ai parametri di diritto interno desumibili dagli artt. 3, 35 e 97 Cost, distaccandosi quindi dall’idea di un sistema di formazione a “doppia trazione” tra docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta e docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà e, dunque, alcun sostegno economico”.


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Pertanto, il giudice di Modena è giunto alla conclusione che “l’art. 1, co. 121 della L. 107/2015” debba “essere disapplicato, in quanto si pone in contrasto con la clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, nella parte in cui limita il riconoscimento del diritto alla Carta Docente ai solo insegnanti di ruolo e non lo consente rispetto agli insegnanti incaricati di supplenze annuali (art. 4, co. 1, L. 124/1999) o fino al termine delle attività didattiche (art. 1, co. 2, L. 124/1999). Il che comporta, di converso, l’affermazione del principio per cui anche a tali docenti spetta ed in misura piena quello stesso beneficio (v. sempre Cass., 27.10.2023, n. 29961)”.

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Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “vincere decine di migliaia di cause intraprese con il ricorso gratuito Anief per ottenere la Carta del docente non rappresenta solo una strada per recuperare il maltolto con gli interessi, che può arrivare a 3.500 euro più gli interessi maturati. Ma significa anche, forti delle espressioni emesse nell’ultimo biennio da Corte di Cassazione, Corte di Giustizia Europea e Consiglio di Stato, che la Legge 107 del 2015 contiene una gravissima dimenticanza. In attesa che il legislatore provveda a metterci mano, sarebbe bene che tutti gli interessati producano richiesta al giudice del lavoro, ricordando di non superare i cinque anni dalla stipula del primo contratto a tempo determinato”.


CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI MODENA

P.Q.M.

Il Tribunale di Modena, in funzione di Giudice del Lavoro, così provvede:

1) DICHIARA il diritto di parte ricorrente a usufruire della Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente dell’importo nominale di euro 500 annui per gli anni scolastici indicati in ricorso, alle medesime condizioni dei docenti a tempo indeterminato e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito a consentirgli la fruizione della suddetta Carta elettronica alle medesime condizioni dei docenti assunti con contratto a tempo indeterminato per tali anni scolastici. Oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito del beneficio per ciascun singolo anno di riferimento sino alla sua concreta attribuzione;

2) CONDANNA il Ministero dell’Istruzione e del Merito al pagamento delle spese di lite in favore di parte ricorrente, che liquida nella complessiva somma di € 1.314,00, oltre accessori come per legge; dispone la distrazione delle spese di lite in favore dei procuratori attorei dichiaratisi antistatari.

di LA REDAZIONE

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