Benigni: “Cos’è davvero la felicità? Diventare l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini e buttarvi nella vita con tutte le emozioni per rendere felici gli altri”
- La Redazione

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"Roberto Benigni ci spiega come prenderci cura del nostro bambino interiore e come rendere gli altri felici..."

Tutti cerchiamo di darle una definizione, la rincorriamo per tutta la vita, per poi renderci conto che la felicità è strettamente legata all’altro, è strettamente legata a come noi facciamo sentire l’altro. Per raggiungerla dobbiamo praticare l’altruismo, la bontà, l’empatia, guardare con i nostri occhi una persona felice e sapere che quella felicità dipende da noi è l’unico modo che abbiamo per toccarla con mano e sentire il nostro cuore pieno di gratitudine.
Queste parole non sono altro che la spiegazione di quella che per Roberto Benigni , attore, regista e sceneggiatore italiano è la felicità. A tal proposito, ad un pubblico di giovani suggerisce: “Rendete gli altri felici. Felici non più buoni. Non cercate di rendere gli altri più buoni. C'è una sola persona che bisogna rendere più buona, se stessi, gli altri bisogna renderli felici. E per rendere qualcuno felice bisogna essere felice” .
Il primo lavoro che occorre fare per Roberto Benigni è quello su se stessi. Non possiamo diffondere la felicità se dentro di noi non siamo felici.
La prima persona da soddisfare in termini di relazioni, personali, lavorativi, sociali siamo unicamente noi. Raggiunto un equilibrio, non perfezione, in tutti questi ambiti, possiamo dirci pronti a diffondere felicità. Secondo Benigni occorre ogni tanto guardare indietro non con rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato. Ma bisogna osservare gli esempi che il passato ci ha lasciato, anche quelli “meno belli”. Saranno proprio questi che ci consentiranno di apportare delle modifiche maggiori alla nostra vita, in quanto ci suggeriscono esattamente le persone che non vogliamo essere e quelle che invece possiamo diventare. A tal proposito aggiunge l’attore:
“Siate felici, siate felici e diventate l'adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini. Cioè oggi, ora, che già da domani sarete più grandi crescerete e poi più grandi ancora”. Raggiunte queste consapevolezze possiamo prenderci cura del nostro bambino interiore, come? Non replicando azioni e comportamenti che ci hanno fatto soffrire, ma mettendo in pratica l’esatto contrario. Perché il mondo ha bisogno di persone buone, che hanno cura e rispetto dell’altro, che ci tengono a non aggiungere sofferenza ma solo ad alleviare le ferite.
Continua Benigni: “Entrerete nel mondo, e ve lo dico potrebbe essere un posto che non vi piace. Potreste scoprire che non è un bel posto il mondo, però non ne abbiate paura, non fuggitelo, non scappate, anzi, buttatevi dentro, buttatevi dentro alla vita, al mondo, attraversatela, gettatevi nel burrone della vita e aprite le ali mentre state cadendo. Così si vive, con tutte le emozioni”. Ai ragazzi, ma non solo, Benigni consiglia di abbracciare la vita in tutte le sue sfumature. Perché questo mondo non risparmia sofferenze e dolori però possono alleviarle, praticando “l’essere buoni”, guardando le proprie di sofferenze per non farle sentire all’altro. Solo così secondo Benigni si può raggiungere la vera felicità, quella estratta da una vita piena, vera che non nasconde il nero o il grigio ma affianca a questi tutti gli altri colori.
di NATALIA SESSA






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